Palermo – “Più che una riforma ci sembra un controsenso. Se si procederà per via amministrativa, come sembra, di fatto non ci sarà riforma. Temiamo ancora una volta che si voglia nascondere dietro un annuncio la mancanza di un progetto concreto e della maggioranza che dovrebbe dare fiato a questo progetto”: lo dicono i segretari generali della Cgil Sicilia e della Flc regionale, Michele Pagliaro e Giusto Scozzaro a proposito della riforma della formazione professionale annunciata dal governo regionale. Pagliaro e Scozzaro sottolineano che “il governo ha scelto peraltro ancora una volta la strada del confronto virtuale, sui mezzi di informazione, su temi che possono anche rappresentare novità positive ma che comportano rischi e problemi che certamente vanno affrontati se si intende realmente realizzare le azioni proposte in una realtà difficile come quella siciliana”. Per meglio spiegarsi Pagliaro e Scozzaro parlano dei voucher “esperienza positiva in altre regioni- sottolineano- ma dei quali occorre focalizzare i limiti nella realtà data”. “Non si possono celare – dicono- i rischi per il personale di una formazione a ‘catalogo’, che sarebbe dunque da sperimentare e applicare con gradualità, visto che è ancora possibile attivare una terza annualità formativa che, realisticamente potrebbe, essere attuata selezionando ad esempio le attività migliori e consentendo prime sperimentazioni senza impatti traumatici sui dipendenti”. Tra i problemi individuati da Cgil e Flc quello “della sorte dei lavoratori che non hanno i requisiti per andare in prepensionamento, visto peraltro che la Regione oggi non stanzia risorse per gli ammortizzatori sociali, cosa che costituisce già un problema aperto”. In ogni caso, per Pagliaro e Scozzaro, “c’è un problema dei problemi che va affrontato in via preliminare: l’incapacità dell’amministrazione regionale di governare la spesa, come dimostra ad esempio la grande mole di arretrati per quanto riguarda le rendicontazioni”. Insomma, è la tesi di Pagliaro e Scozzaro, “la Cgil per proma ha chiesto il cambiamento del sistema formazione professionale e la nostra non è certo una chiusura pregiudiziale, né timore di novità che potrebbero essere positive. Chiediamo però concretezza- concludono Pagliaro e Scozzaro- un progetto vero e condiviso con le parti sociali che affronti tutti i nodi e le difficoltà sul tappeto e offra un quadro di certezze per i lavoratori, perché la formazione professionale ha bisogno di una vera riforma e non di fumo”.