Palermo – Il tutto esaurito sabato pomeriggio alla Galleria Mercurio Arte di Palermo, che alle 18.00 ha inaugurato la mostra “Drops part 1” dell’artista bagherese Arrigo Musti.
Invasa la via Simone Cuccia all’altezza della galleria: artisti, professionisti, galleristi, giornalisti e cultori dell’arte hanno partecipato al vernissage di questa esposizione artistica, che sarà visitabile fino al 12 aprile, dal martedì al sabato, ore 10.30/13.00 e 17.00/20.00.
Protagonisti gli ultimi, inediti, lavori dell’artista che mostrano un’insolita personale visione del volto di ispirazione classica ma scarnificata all’essenzialità di luci ed ombre e dense colature di materiali semisolidi. Nella matrice archetipa del “mito” corroso, l’autore vede la metafora dell’odierna dispersione e della decadenza dei costumi che può, come dice lo storico dell’arte Lorenzo Canova (che ha curato l’ultimo catalogo Drops) “legare l’opera di Antonio Canova a quella di Lucio Fontana”.
La galleria Mercurio, che in genere cura prestigiosissimi artisti del ‘900, questa volta ineditamente ha preferito un artista contemporaneo.
Arrigo Musti nasce a Palermo nel 1969 ed ha già ottenuto diversi consensi di pubblico e critica internazionale. L’artista ha, infatti, partecipato nel 2011 alla 54ª Esposizione Internazionale d’arte di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi per scelta del regista Giuseppe Tornatore, ed è stato finalista al Concorso Mondiale d’Arte Contemporanea promosso dalla cattedra UNESCO di Bioetica e Diritti Umani. Nella sua carriera ha esposto anche alla Wright State University (Dayton – Ohio, USA) e una fra le più importanti mostre personali viene allestita nel 2012 alla Camera dei Deputati – Montecitorio, Roma – e a Palermo, nei locali di Palazzo Sant’Elia. Vanta, inoltre, numerose esposizioni collettive in Italia, Francia, Olanda, Inghilterra. Le sue opere, infine, sono esposte in molti musei e luoghi di pubblico interesse come il Tribunale Internazionale dell’Aja per i crimini contro l’umanità. Di lui ha scritto il più importante storico dell’arte vivente Maurizio Calvesi: “una pagina nuova nella pittura”.
Musti ha ultimamente ricevuto un premio speciale, indetto dalla Fondazione Italia-USA per la sua attività artistica e per il suo legame culturale con gli Stati Uniti.
Noi lo abbiamo incontrato ed ha risposto alle nostre domande su questa sua ultima mostra e sulla sua arte in generale.
Dopo Drops – Gocce una nuova mostra dal titolo Drops part 1. Dalle denominazioni sembra che l’una rimandi all’altra, ma quali sono i collegamenti tra le due e quali gli elementi contrastanti?
Al gallerista Mercurio sono piaciuti dei lavori che erano immediatamente precedenti alla mostra Drops, tenutasi a Bagheria a settembre scorso. Così li ha voluti raggruppare e ad essi ha dato il titolo Drops part 1. è una serie che ha riscosso parecchia attenzione poiché, credo, ne sia intellegibile il senso e appaiono “ictu oculi” di immediata comprensione. Tuttavia, il senso che gli altri attribuiscono ai lavori li arricchisce di significati spesso non pensati. Mi piace tutto questo ma io da tempo (più o meno da quanto ho iniziato ad occuparmi di pittura) osservo la mia epoca, con i miei occhi pregni di disincantato ottimismo.
Quali ritiene che possano essere i dipinti più rappresentativi di questa esposizione e perché?
Sono tutti molto rappresentativi del “nulla”. Vede, io dipingo l’assenza non la presenza. Nei lavori si vede. è più la sottrazione che altro. La nostra epoca, foriera di grandi cambiamenti, soffre di una crisi di identità. Quindi quando si ha una crisi si è spersonalizzati, fermi. E, se si ci osserva, si vede ben poco. Bene, questa metafora, forse, funziona se la si accosta alle statue. Esse sono immobili, eppure ci dicono come eravamo e non siamo più. Nella memoria le immagini sono sempre edulcorate ma rimane, all’infuori dei colori volutamente sgargianti, la sensazione che le lacrime policrome, non siano di rimpianto, ma di purificazione e risoluzione a ripartire.
Continuerà con questa nuova linea pittorica o sono in atto altri studi che porteranno ad una nuova strada artistica?
La tecnica cambia negli ultimissimi lavori, mi piace in essi usare il metallo laccato, sotto il quale esiste un traccia spessa che disegna, al limite dell’astrazione, una statua, un volto e cose del genere. Se vuole anche questa è una metafora dei tempi e delle propensioni individuali e forse collettive. Essi mi sembrano molto inclini alla gioia formale, alla lucentezza quasi stucchevole, in poche parole al lusso ed alla superficie “tout court”. Tuttavia, dietro di essa, superficie, che ci attrae, vi è la memoria del passato che aleggia e ci ricorda che la storia di un popolo la si può, come dice l’anziana suora del film “La Grande Bellezza”, perdere se si perdono le “radici”. Allo stesso modo, la trama sotto lo smalto dei miei ultimi lavori vuole simboleggiare le “radici” ed il rischio che incombe su di esse: “l’oblio”.
Come ci si sente ad essere appena stati premiati a Roma dalla Fondazione Italia-Usa per la propria attività artistica?
L’artista è come un bimbo, ha bisogno di attenzioni altrimenti non esiste. Fa molto piacere ma, mi creda, ho prodotto molto anche nei fisiologici momenti di oblio, e forse le cose migliori.
Quali sono i progetti futuri dopo Drops part 1?
Mostre in alcuni musei, non aggiungo altro. Grazie
BELLO QUESTO ARTICOLO!
Ero presente all’inaugurazione, complimenti alle opere di Arrigo Musti ed alla perfetta organizzazione della galleria Mercurio Arte.
Un mostra da vedere assolutamente!