Periodico registrato presso il Tribunale di Palermo al n.6 del 04 aprile 2012

Anno XII - Num. 57 - 09 dicembre 2024

Anno II - Num. 10 - 24 febbraio 2014 Politica e società

Protocollo d’Intesa con CIDAC per valorizzare le città d’arte della Sicilia

(All’interno interviste a Assessore dei BB.CC. Mariarita Sgarlata, Segretario generale Associazione Città d’Arte e Cultura Ledo Prato e Assessore Cultura Palermo Francesco Giambrone)

di Francesca Penzallorto

foto-4-590x300Palermo – Presso la sala riunioni dell’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana si è svolta una conferenza stampa per la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa tra la Regione siciliana, mediante l’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, e l’Associazione delle Città d’Arte e Cultura. La firma del protocollo ha dato l’avvio a una serie di  iniziative volte a tutelare e promuovere le città d’arte della Sicilia, a partire da Palermo, Catania, Siracusa, Agrigento e Noto, che hanno già aderito all’Associazione e che si sono unite nell’obiettivo comune di rilanciare il patrimonio culturale siciliano e di riappropriarsi finalmente di quel primato culturale che ha sempre caratterizzato la nostra regione. Il CIDAC, ovvero l’Associazione delle Città d’Arte e Cultura, riunisce le maggiori città d’arte d’Italia con lo scopo primario di creare una fitta rete di collaborazione e coesione per discutere delle problematiche esistenti e favorisce iniziative per la loro valorizzazione e promozione.
Erano presenti alla conferenza stampa l’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana Mariarita Sgarlata, il Segretario generale dell’Associazione delle Città d’Arte e Cultura Ledo Prato e gli Assessori alla Cultura delle città di Palermo, Catania, Siracusa, Agrigento e Noto, rispettivamente Francesco Giambrone, Orazio Licandro, Alessio Lo Giudice , Maurizio Masone e Cettina Raudino, tutti convenuti per mettere insieme le forze e rendere effettivi gli sforzi compiuti negli ultimi mesi.
La prima a prendere la parola è stata Mariarita Sgarlata, che ha subito puntualizzato l’importanza di potenziare l’offerta culturale in prossimità dell’avvio della Programmazione Europea 2014-2020 ed ha illustrato le  caratteristiche peculiari dell’attività che l’Assessorato sta svolgendo e si appresta a svolgere in tutela delle città d’arte siciliane: Malgrado le difficoltà legate alla crisi e ai diktat finanziari a cui dobbiamo sottostare, oggi si avverte una reale esigenza di concretezza, che sta spingendo molti paesi ed anche il nostro ad un progressivo orientamento verso i temi di una partecipazione culturale attiva come fattore di benessere e di coesione sociale. La futura programmazione deve essere quindi intesa come una piattaforma che interagisca in modo innovativo con le dimensioni più alte della vita economica e sociale. Mi riferisco a tutte quelle sinergie messe in campo dall’assessorato, come le convenzioni stipulate con le Università e i centri di ricerca, in funzione di quella che sarà la prossima Programmazione Europea e in funzione di un rapporto più stretto col nostro territorio. Noi oggi presentiamo delle relazioni che possono avere degli effetti immediati all’interno della convenzione che andiamo a siglare, ma anche strategie di medio e lungo termine, perché è anche di questo che abbiamo bisogno, non solo di strategie che diano una visibilità immediata, ma anche di strategie che ci possano portare nei prossimi  cinque o dieci anni a proporre un’offerta culturale diversa. Ha inoltre elogiato l’operato degli assessori presenti, augurandosi per il futuro ulteriori adesioni anche di altre città siciliane: Voglio aggiungere che questi comuni si stanno muovendo molto bene. Io credo che ci sia una generazione nuova di amministratori, sui quali si potrebbero investire le aspettative che noi tutti siciliani abbiamo e che credo possano realizzarsi, perché, da quello che ho visto, sicuramente hanno un interesse per la protezione del loro territorio.
bannerSuccessivamente è intervenuto Ledo Prato, che ha illustrato le attività svolte dall’Associazione delle Città d’Arte e Cultura, soffermandosi su alcune indagini effettuate negli ultimi anni, ed ha chiarito quali siano gli obiettivi principali da raggiungere: Voglio ricordare che l’associazione ha ormai quasi quindici anni di storia e che a questo tavolo è presente anche Palermo, una delle città che è stata fra quelle che hanno voluto nel 2000 la fondazione di quest’associazione. L’associazione conta circa quaranta città italiane, che oggi sono le principali città d’arte del nostro paese. In Italia noi attualmente abbiamo circa 60-65 milioni di visitatori dei musei dello stato, delle regioni, delle province, dei comuni, diocesani e delle università secondo un’articolazione che rispecchia il sistema dell’offerta culturale del nostro paese, che è una risorsa e nello stesso tempo un limite. Su circa 64-65 milioni di visitatori poco meno di 40 milioni si concentrano nei musei dello stato, i musei più visitati in tutta Italia si concentrano in tre città, allo stesso tempo il cosiddetto turismo d’interesse culturale rappresenta circa il 33-34% e il turismo internazionale poco più del 50%, mentre il 54% dei nostri concittadini non ha mai messo piede in un museo. Quindi di fronte a tali dati  ne consegue che noi oggi abbiamo due grandi esigenze: rendere le nostre città e la loro offerta culturale attraenti per i nostri concittadini e renderli capaci di stare sul mercato internazionale, che diventa sempre più competitivo e difficile, tanto che il nostro paese nel corso degli anni forse ha perso delle posizioni molto importanti nella classifica mondiale. L’Italia rimane al momento la destinazione più ambita da parte dei turisti a livello mondiale, tuttavia il numero dei turisti interessati a venire in Italia, che si concretizza poi in un viaggio, è decisamente inferiore alle aspettative. Qualche anno fa quest’associazione ha redatto un rapporto, che nel nostro paese non esisteva, sulle città d’arte. Ne abbiamo elaborati due sulle città d’arte del Mezzogiorno e per identificarle, poiché non esiste una normativa sul loro processo d’identificazione, abbiamo utilizzato le più importanti guide turistiche internazionali. Abbiamo dunque verificato che le città d’arte del Mezzogiorno, secondo le guide turistiche internazionali, sono 185 e la regione che ne annovera il maggior numero, con 61 città d’arte, è la Sicilia. Inoltre abbiamo potuto verificare che lo spazio assegnato alle regioni del Mezzogiorno nel corso degli ultimi anni è cresciuto, soprattutto per la Sicilia, mentre la visibilità delle città d’arte del Mezzogiorno è notevolmente inferiore rispetto a città come Roma. Quindi il nostro obiettivo fondamentale è lavorare per rendere le città d’arte del Mezzogiorno competitive a livello internazionale. In questi giorni è anche stato presentato un rapporto redatto dalla Fondazione Venezia e di Confindustria sulle mostre tenutesi in Italia alla data del mese di dicembre 2013. Sono state censite 8460 mostre, di cui solo il 15,8% riguardano il Sud. Quindi, anche da questo punto di vista, nasce l’esigenza di recuperare rispetto al Nord, costruendo progetti e organizzando mostre, che consentano di avvicinare il pubblico delle comunità locali alla fruizione del patrimonio e allo stesso tempo di avere un’offerta che possa essere di qualche interesse sul mercato internazionale. Allora lo strumento per affrontare alcuni di questi nodi lo abbiamo individuato in questo protocollo, che siamo in procinto di firmare e che ci consentirà di applicare alla regione siciliana anche delle innovazioni rispetto al resto d’Italia. Ha inoltre continuato la sua argomentazione spiegando in modo chiaro e sintetico quali saranno gli ambiti di applicazione del protocollo che saranno posti in essere attraverso l’attivazione di tavoli tecnici appositi: La stipula di questo protocollo sancisce definitivamente che le politiche di valorizzazione del patrimonio culturale di questa regione si faranno di comune accordo  tra la regione stessa e le sue città d’arte. Per fare un esempio si può citare il rapporto sulle mostre fatte nel 2013, da cui si evince che spesso in molte città le mostre si sono sovrapposte nello stesso periodo e in altri periodi dell’anno non si è organizzata nessuna iniziativa, perché non c’è stato e non c’è un coordinamento tra le istituzioni pubbliche. Dunque si lavorerà insieme per degli obiettivi comuni e sono già state predisposte alcune attività rintracciabili all’interno del protocollo. E’ in fase di sperimentazione un percorso per avviare il modello delle card, uno strumento utile di bigliettazione integrata che porterà dei vantaggi sia alle amministrazioni che ai cittadini. Si sta inoltre predisponendo una strategia comune per la politica degli orari dei musei, per evitare che un cittadino o un turista si debba domandare, ogni volta che si muove per visitare un museo, se è civico o regionale, in quanto hanno orari differenti. Sarà necessario costruire campagne di comunicazione e promozione dei musei e delle mostre integrate, sempre per evitare che si facciano delle iniziative che si sovrappongano. Tra l’altro il CIDAC metterà a disposizione gli accordi stipulati con “Centostazioni” delle Ferrovie dello Stato, per cui tutte le città associate al CIDAC utilizzano gli spazi delle stazioni ferroviarie per promuovere delle iniziative. Sarà predisposta una politica adeguata che disciplini in qualche modo gli accessi e la fruizione delle città d’arte da parte dei cittadini e dei visitatori. Come diceva l’Assessore Sgarlata, c’è anche l’esigenza di accedere ai fondi della Programmazione Europea e a quelli stanziati dalla Legge Destinazione Italia, che prevede 500 milioni di euro per progetti di valorizzazione di città fino a 150 mila abitanti. L’obiettivo è dunque di predisporre dei progetti di valorizzazione in una logica d’integrazione e collaborazione tra comuni che hanno un patrimonio comune.
Il dibattito è poi proseguito con gli interventi degli Assessori alla Cultura delle città coinvolte nel progetto, che hanno fatto riferimento alle singole situazioni locali.
Francesco Giambrone ha ribadito l’importanza di lavorare tutti insieme per rendere la Sicilia nuovamente leader nel settore, citando la candidatura di Palermo, Monreale e Cefalù a patrimonio dell’Unesco: In questo ragionamento di coesione e condivisione c’è una cosa che il comune di Palermo può portare in dote, la candidatura dell’Itinerario Bizantino-Arabo-Normanno che fa riferimento a un’area più vasta che comprende anche Cefalù e Monreale, in vista di un obiettivo importante: il riconoscimento da parte dell’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità.
Cettina Raudino ha parlato dell’importanza del Val di Noto e dei suoi siti naturalistici, anch’esso sito Unesco, accennando all’importanza che l’amministrazione locale della città di Noto assegna all’ingente patrimonio culturale del proprio territorio e plaudendo la stipula del protocollo come un fondamentale sostegno per le politiche locali.
Alessio lo Giudice ha discusso dell’importanza di un piano regolatore generale della cultura per colmare le carenze strutturali del nostro paese ed ha accennato alla candidatura di Siracusa a capitale europea della cultura come esperienza importante di programmazione e valorizzazione.
Orazio Licandro ha argomentato sul’iniziativa dell’istituzione del Distretto Sud-Est, che vede una sinergia tra Comuni, Province e Camera di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa. Ha poi portato come esempio le nuove sperimentazioni effettuate nei musei di Catania, che, attuando un orario prolungato e coniugando la tradizionale fruizione con spettacoli teatrali e musicali, hanno ottenuto un incremento del 30% della partecipazione e degli incassi.
Maurizio Masone ha concluso la serie degli interventi, chiarendo l’importanza che la cultura e il turismo rivestono per il futuro della città di Agrigento.
Al termine della conferenza stampa si è giunti alla firma del protocollo con la determinazione, da parte di tutti i presenti, di realizzare quei temi di cui si è sempre discusso, ma che solo oggi vedono un piano pratico di attuazione. Un nuovo orizzonte, fatto di concretezza e coesione, si abbozza per il patrimonio culturale della Sicilia.
In occasione della conferenza stampa, la redazione di TrinacriaNews ha rivolto alcune domande all’Assessore Mariarita Sgarlata, al Segretario generale Ledo Prato e all’Assessore di Palermo Francesco Giambrone. Questi i contenuti delle interviste:
Mariarita Sgarlata
Come è nata l’idea di questa collaborazione con l’Associazione delle Città d’Arte e Cultura?
Io credo che sia fisiologico che si firmi un protocollo d’intesa di questa natura, perché sicuramente ci avvicina agli standard nazionali. Esisteva già un protocollo tra l’associazione e il Ministero per le Attività Culturali e per il Turismo e noi lo abbiamo riproposto in Sicilia, considerando che delle 185 città d’arte italiane noi a queste apportiamo una quota di 61 città d’arte e di 6 siti Unesco,aggiungendo quello che si appresta a diventarlo, cioè l’Itinerario Bizantino-Arabo-Normanno. Penso che questo protocollo sia uno strumento necessario per lavorare insieme per una strategia che non sia a breve termine, ma a medio e lungo termine per la valorizzazione e il potenziamento delle offerte culturali nelle nostre città d’arte. Quest’accordo non riguarda solo l’Assessorato ai Beni Culturali e il CIDAC, ma anche gli assessori alla Cultura di quelle città che hanno appunto già aderito al CIDAC, nella speranza che in futuro ne arrivino altre. Tutto questo è in funzione non soltanto di strategie studiate a tavolino, ma è in funzione di quella che sarà la necessità primaria, cioè agganciare gli assi della prossima Programmazione Europea 2014-2020. Molto più concretamente noi possiamo anche riuscire, a brevissimo termine, a cogliere invece un’altra grande opportunità, che è quella del “Decreto Destinazione Italia”, che dovrebbe liberare da qui a poco, per i comuni italiani, una riserva di 500 milioni di euro, che noi speriamo d’intercettare anche grazie a queste politiche condivise. Questo è il momento della condivisione, della concretezza,di abbassare le difese dei campanilismi e di cercare di lavorare insieme. Noi dobbiamo oggi riuscire a creare una rete, un network in cui la Regione può e deve avere il suo ruolo, che è quello precipuo di concertare politiche per i territori, in sintonia con le amministrazioni locali, dando anche un’immagine complessiva della Sicilia, perché possa riprendersi il ruolo culturale che ha sempre avuto.
Tra i progetti previsti potrebbe esserci quindi la possibilità di mettere in rete tutte le iniziative attuate?
Io penso che noi siamo di fronte a una nuova generazione di amministratori delle nostre città, che, usciti dalle elezioni dello scorso anno, si sono già messi alla prova e i risultati della loro azione sono già visibili. Credo che questo sia per loro e in realtà anche per me un banco di prova per dimostrare che forse potremo riuscire a realizzare quegli obiettivi di cui si è discusso per anni e che non sono mai stati centrati. Tra questi posso citare: l’obiettivo dalla card, quello di creare una rete di eventi che non si sovrappongano, di stabilire orari di musei che siano in connessione fra loro e poi soprattutto di riuscire finalmente a ragionare in termini di strategie comuni.
Ledo Prato
Come e quando è nata l’Associazione delle Città d’Arte e Cultura?
L’associazione è nata nel 2000 per iniziativa di una decina di città d’arte importanti nel nostro paese, da Torino a Venezia, a Roma, a Napoli e a Palermo. Oggi conta circa 40 città aderenti e nel corso degli anni ha attuato numerose iniziative, di cui si può trovare anche una breve presentazione nel nostro sito:www.cidac.eu
Che ruolo svolge l’associazione nel Programma Italia 2019?
E’ l’associazione che ha promosso il Programma Italia 2019, che coordina tutte le città candidate a capitale europea della cultura, che sono ugualmente tutte insieme impegnate per dare vita al programma. Questo è il modo più concreto per dare una possibilità a tutti i progetti, realizzati dalle città, di non rimanere nei cassetti, ma di diventare occasioni concrete di sviluppo delle città.
Parlavate di iniziative particolari per la Sicilia, ci sono già delle idee?
Si, ce ne sono e in particolare abbiamo cercato di indicarne qualcuna questa mattina. Ad esempio posso citare l’opportunità dettata dalla legge Destinazione Italia, che assegna alle città che hanno tra i 5 e i 150 mila abitanti 500 milioni di euro per progetti di valorizzazione. Noi vorremmo realizzare in Sicilia questi progetti, presentati dalle singole città che ne hanno i requisiti, ma in una logica “sovracomunale”, per esempio per il Val di Noto piuttosto che per l’Itinerario Bizantino-Arabo-Normanno, che ancora non è ufficiale, ma che può crescere anche attraverso piani di questa natura.
Francesco Giambrone
Di quali vantaggi potrà godere la città di Palermo e come l’Assessorato alla Cultura di Palermo intende collaborare con l’associazione?
Sono tutti vantaggi del mettere in rete, del fare sistema, del provare a lavorare insieme, che dovrebbe essere la cosa più normale del mondo, ma spesso è diventata la cosa più difficile. Allora ripartiamo da una cosa semplice: ragioniamo su esigenze comuni in un tavolo che rappresenta anche un territorio più ampio, perché sempre di più dobbiamo parlare in termini di territorio ampio e vedremo che i risultati ci saranno. Ci saranno per i cittadini e per i turisti, perché è molto difficile fornire dei buoni servizi ai turisti se non ci sono per i cittadini. Io credo che questo tavolo serva a mettere insieme tutti, per ragionare su standard comuni di vivibilità urbana, di decoro urbano e di accoglienza turistica adeguata.

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