Palermo – Venerdì 21 novembre la città di Palermo ha partecipato ai festeggiamenti per i 180 anni dell’Antica Focacceria San Francesco, presso la piazza da cui l’antico locale palermitano prende il nome. Ripercorrendo le origini storiche, l’apertura del locale è databile al 1834, quando Salvatore Alaimo, maestro di cucina al servizio dei Principi di Cattolica, ricevette in dono la cappella sconsacrata di un antico palazzo nel cuore del centro palermitano e decise di aprirvi un locale, la cui insegna, scritta su di una tavola di legno, riportava la dicitura “Focacceria”, da quel momento è iniziata la storia di uno dei luoghi di ristorazione più amati dai palermitani.
Le specialità della casa negli anni hanno deliziato sia il popolo che palati più esigenti di artisti e letterati come Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, uomini politici come Giuseppe Garibaldi, il quale sostò proprio al locale prima di mettersi in viaggio e risalire la penisola e giuristi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Le portate, oggi come allora, si rifanno alla tradizionale cucina popolare siciliana, tradizione ancora presente e per l’appunto celebrata durante la serata, ove gli stessi partecipanti hanno avuto la possibilità di potere giocare con gli impasti e preparare, seguiti da cuochi esperti, le pietanze per cui l’Antica Focacceria San Francesco è tanto famosa e di potere assaggiare gratuitamente dell’ottimo street food preparato a vista, ovvero il panino con la milza “schitto” e “maritato”, panino con panelle, crocchè, sfincione e focaccine.
La ricorrenza, seppure avente uno sfondo prettamente gastronomico, animato da arte, musica, danze e risate, è stata anche l’occasione per celebrare l’impegno civico che il locale ha da sempre portato avanti in tutti questi anni. Il proprietario della focacceria, infatti, vittima di estorsione non si è piegato al volere oscuro della malavita, ma al contrario prontamente ne ha denunciato gli aguzzini prima alle forze dell’ordine e poi nelle aule di tribunale, alzando il dito indice per indicare chi era entrato nel locale non per degustare un piatto, ma per dettare legge. Da quel momento l’Antica Focacceria San Francesco si è mossa in controtendenza, divenendo un simbolo di ribellione al pizzo e al racket, essendo tra le prime attività commerciali palermitane ad aderire al comitato di Addiopizzo, abbracciando così la politica del “Pago chi non paga”. L’impegno civico, intriso di legalità, tuttavia non si ferma qui, infatti, il locale vede importanti collaborazioni anche con Libera Terra, associazione con la quale da anni si portano avanti importanti progetti. La Focacceria in maniera trasparente, infatti, seleziona attentamente i propri fornitori tra aziende agricole socialmente responsabili e sostiene il riutilizzo dei terreni confiscati alle mafie, acquistando una serie di prodotti dalle cooperative di Libera Terra, concretizzando una realtà che non è più solo utopia, ma possibilità di scegliere in via alternativa una strada diversa da quella che fino a pochi anni fa sembrava l’unica percorribile, ovvero quella del silenzio e della soppressione dei più forti sui più deboli.
Le scelte positive dei titolari Fabio e Vincenzo Conticello, figli di una generazione laboriosa e proiettata ad una continua espansione hanno visto crescere l’antico locale palermitano. Per esempio con l’ingresso del gruppo Feltrinelli come socio di maggioranza con un accordo siglato con la Effe 2005 per una solida collaborazione tra la holding e la proprietà di un locale storico come quello palermitano e l’apertura di nuove sedi in città diverse da Palermo, Milano, la cui apertura di ormai tre punti di ristorazione è avvenuta a partire dal 2009 e Roma, ove l’apertura del trio di locali presenti nella capitale si è avuta a partire dal lontano 2011.
In occasione dell’evento la redazione di TrinacriaNews.eu ha intervistato Fabio Conticello, titolare dell’Antica Focacceria San Francesco. Di seguito l’intervista.
L’Antica Focacceria di San Francesco, motivo di lustro gastronomico per la nostra città, oggi compie 180 anni. Le prelibatezze da voi preparate nascono sotto una veste popolare e anche da street food, che comunque è arrivata a piacere ai ceti più elevati e deliziare personaggi noti come Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia o i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per arrivare ai nostri giorni. Secondo lei qual è il segreto di così tanta fama? E cosa significa per lei festeggiare un’azienda con tanta storia?
Cibo e cultura sono sempre state a stretto contatto tra loro, i nomi da lei citati sono infatti stati nostri illustri ospiti e questo per noi è un grande vanto. Siamo da sempre vicini alle esigenze dei nostri clienti, sia quelli noti che quelli più umili, dal momenti che la stessa Focacceria ai tempi nasceva sotto una veste prettamente popolare ed è forse proprio per questo motivo che siamo entrati nel cuore dei palermitani, con cui oggi tenevamo a festeggiare questo compleanno, al fine di permettere loro di riappropriarsi ancora una volta di un luogo che a loro sin dalle origini gli appartiene.
Prima nel 2009 a Milano e poi nel 2011 a Roma, aprono le prime sedi dell’Antica Focacceria di San Francesco fuori della città di Palermo. Come avete vissuto questa esperienza?
L’esperienza è stata straordinaria sia a Milano che a Roma. In entrambe le città siamo riusciti a guadagnare la stima della clientela presente, costituita sia dai palermitani emigrati nei due capoluoghi, i quali era come se aspettassero un barlume di Sicilia in terre così diverse dalla nostra sia da parte di quella clientela, costituita da italiani e stranieri, che non conoscendo la cucina siciliana inizialmente ne era più restia. Al momento, grazie al successo ottenuto, siamo riusciti ad aprire tre nuove sedi in ambo le città, con un’importante presenza sia a Milano essendo uno dei nostri locali a due passi dal duomo che a Roma, ove si ha la possibilità di mangiare i nostri piatti non solo nel centro della capitale, ma anche presso l’aeroporto di Fiumicino.
Purtroppo anche l’Antica Focacceria San Francesco è stata vittima di richieste estorsive e nel 2007 dà un importante esempio alla città di Palermo denunciando i suoi estorsori durante il processo in aula. Siete stati tra i primi esercenti ad avere aderito alla campagna di consumo critico “Pago chi non paga” promossa dal comitato di Addiopizzo, ed inoltre siete tra i fondatori dell’associazione antiracket Libero Futuro. Come è cambiata la vostra vita da questa esperienza?
È stata una tra le scelte più difficili della nostra vita imprenditoriale, dal momento che il nostro locale, forse per il rispetto mostrato alla sua storia ed alle suo origini antiche, non è stato mai oggetto di concrete richieste di danaro, ma semplicemente di richieste di qualche nostro piatto da soggetti poco raccomandabili, se così possiamo definirli, che di tanto in tanto ricordo che da bambino si fermavano al nostro locale, ma la cosa si concludeva lì e noi forse ingenuamente vivevamo la cosa diversamente. La richiesta estorsiva in termini di danaro è, infatti, avvenuta relativamente tardi intorno alla metà dello scorso decennio, quando non solo ci vennero a chiedere una somma da corrispondere mensilmente ma anche una somma a titolo di arretrati con cui avremmo dovuto metterci alla pari per gli anni precedenti in cui i pagamenti non avvennero. Consapevoli degli insegnamenti di nostra nonna, la quale si era sempre mostrata contraria e riluttante a atti intimidatori e non abbiamo esitato un solo istante a denunciare questi malviventi e a fare i nomi in aula.
Alla luce del suo importante impegno civico, cosa vuole dire agli altri esercenti di attività commerciali presenti a Palermo e non solo?
La nostra denuncia è stata vissuta come una sorta di spartiacque, in quanto da quel momento, forse perché ormai maturi i tempi, sono cresciute in maniera esponenziale le denunce da parte di molti altri nostri colleghi imprenditori, i quali hanno voluto seguire il nostro esempio. A questo si aggiunga l’importante ruolo che hanno avuto le istituzioni, le forze dell’ordine e lo stesso tessuto sociale con associazioni come Addiopizzo o Libero Antiracket che ci sono sempre state vicino nei lunghi e difficili momenti dei dibattimenti in aula, finalmente per la prima volta eravamo noi ad essere in maggioranza e non loro.