Periodico registrato presso il Tribunale di Palermo al n.6 del 04 aprile 2012

Anno XI - Num. 52 - 24 aprile 2023

Anno IV - Num. 20 - 01 gennaio 2016 Politica e società

UniPa celebra la sua fondazione. 210 anni di storia: 1806-2016

All'interno interviste al Rettore di UNIPA Fabrizio Micari e al Sindaco di Palermo Leoluca Orlando

di Enza Samantha Turco
         

210 anni unipa URL IMMAGINE SOCIALPalermo – Si è svolta il 12 gennaio nella Sala Magna di Palazzo Steri, la celebrazione per l’Anniversario dell’istituzione dell’Università degli Studi di Palermo che vanta 210 anni di storia e di prestigio (12 gennaio 1806-12 gennaio 2016) fondati sulla ricerca, sulla sperimentazione e sull’innovazione.

Un percorso fatto di studio e programmazione, di progresso civile e umano, di preparazione di una coscienza etica e politica, diretto a formare le giovani generazioni.

Una realtà così grande e popolata, la città universitaria, costituita da poco meno di 50.000 studenti, circa 1.600 docenti e un numero vicino alle duemila risorse come personale tecnico, amministrativo e bibliotecario, oltre le famiglie e le persone che vengono coinvolte in questo grande progetto di crescita culturale, sociale e territoriale.

Una grande comunità che vive all’interno della città di Palermo, una micro-città della conoscenza che contribuisce a rafforzare l’intelligenza e lo spirito della macro-città.

Obiettivo primario di questa manifestazione indetta da UniPa, è infatti creare una forte sinergia tra l’Ateneo e la città, tra la realtà universitaria e le altre componenti istituzionali, culturali e religiose del territorio.

UniPa sviluppa, con questo progetto, una strategia di responsabilità sociale verso il territorio, un legame importante con la città di Palermo, con un comune proposito di essere sempre più città universitaria e luogo di progresso e innovazione.

Le celebrazioni per i 210 anni della fondazione di UniPa prevedono una serie di iniziative già in cantiere, un calendario di 210 eventi all’interno di 12 piattaforme, promosse dall’Ateneo in collaborazione con enti ed istituzioni, regionali e cittadini, presenti sul territorio.

Ha aperto le celebrazioni per il 210° Anniversario della Fondazione dell’Università di Palermo il Magnifico Rettore, Fabrizio Micari, il quale dopo i ringraziamenti ai presenti e alle autorità intervenute, ha sottolineato l’importanza di partire proprio dalla storia ricca e gloriosa dell’Università panormita per proiettare nel futuro un progetto che ha come “fil rouge”, l’idea di una città, Palermo, che sia sempre di più città universitaria.

Bisogna pensare ad un’Università forte in una città che cresce, un’Università che rappresenti una risorsa per la città di Palermo con straordinarie ricadute sociali e culturali, che crei economia, rendendo la città più ricca e più vivace. L’Università non può essere separata dal contesto, deve essere collegata inevitabilmente e deve essere una forza importante per la città, e questo evento rappresenta il punto di partenza per rendere vivo e importante questo progetto”.

“Quella dell’Università di Palermo è una storia affascinante – sostiene Fabrizio Micari – con episodi particolari come la chiusura nel 1862-1863, poco dopo l’Unità, da parte del ministro Michele Amari, per la grande trasformazione che stava interessando l’Italia intera”.

E’ una storia fatta di vecchi e nuovi problemi, quali gli aspetti del rapporto con lo Stato centrale.

Ad esempio , uno di questi,intorno al 1880, riguardava le risorse economiche e i vincoli ed i requisiti di qualità imposti all’Università. Ed è proprio nel rapporto con la città, nell’interlocuzione con il territorio, che l’Ateneo ha sempre individuato le soluzioni più opportune.

Durante l’intervento, il Rettore ha sottolineato come tanti docenti e nomi illustri hanno reso onore e prestigio all’Ateneo palermitano, fra cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, docente di diritto parlamentare presso la Facoltà di Giurisprudenza, il chimico Stanislao Cannizzaro, il Premio Nobel Emilio Segrè, e altre figure importanti che hanno segnato la storia della nostra terra, per il loro contributo scientifico, politico o culturale.

Il programma della manifestazione per l’Anniversario dei 210 anni di storia dell’Università degli Studi di Palermo, prevede 12 piattaforme con 210 eventi, tra cui la cerimonia ufficiale di inaugurazione dell’Anno Accademico, il prossimo 26 febbraio al Teatro Massimo, alla quale sarà presente il nostro Presidente della Repubblica, la “Welcome Week”, una vetrina per i giovani delle scuole che si avvicinano al mondo dell’Università, le Vie dei Tesori che comprende una serie di incontri e scoperte di luoghi straordinari della città, la Marina di libri (il festival del libro di Palermo), e altri cartelloni di appuntamenti per Pasqua e Natale (Pasqua Univercittà, Natale Unipa) e tanto altro.

Saranno inoltre moltiplicati gli eventi che hanno come tema centrale l’alterità e l’integrazione – sostiene Fabrizio Micari – Palermo è una città dove la tradizione dell’accoglienza e la capacità dell’integrazione fa parte della nostra storia, del nostro dna, e vogliamo rafforzare questo aspetto. Un aspetto fondamentale di questo progetto sono i giovani che rappresentano il futuro della città e del territorio, e il nostro compito è potenziare i servizi e proporre e creare prospettive di crescita. I giovani sono al centro della nostra azione, insieme alle istituzioni, e dobbiamo lavorare per rendere attrattivo il territorio, e per contrastare l’emergenza lavoro”.

Presente all’incontro il sindaco di Palermo che ha affermato:

“La mia presenza vuole essere una occasione per rinnovare un rapporto ed un legame di collaborazione fra Istituzioni che intendiamo rendere sempre più stretto, convinti del ruolo fondamentale che l’Università svolge non solo per la formazione dei giovani, ma come centro di ricerca e animatore del tessuto culturale della città. Il ruolo dell’Università è molto importante nei percorsi di formazione e selezione, che deve essere basata sul merito, non più mortificato dalogiche clientelari o di appartenenza che poi spingono i ragazzi a lasciare Palermo”.

Ha inoltre preso parte al dibattito il direttore generale dell’Università di Palermo Mariangela Mazzaglia, che ha affermato: “Non è solo un momento celebrativo, ma anche un momento di festa. Sono convinta che un sistema di formazione superiore di qualità costituisca non solo una forma di assicurazione, ma una vera e propria garanzia per i giovani di prospettiva futura”.

E’ poi intervenuto l’arcivescovo di Palermo, Mons. Lorefice che ha sostenuto: “Palermo ha un’innata vocazione all’accoglienza delle culture e delle religioni ed esprimo in questo progetto tutta la mia disponibilità per individuare percorsi comuni che possano contribuire alla crescita della cultura e dei giovani”.

TrinacriaNews.eu ha intervistato per i nostri lettori Il Magnifico Rettore Fabrizio Micari e il Sindco Di Palermo Leoluca Orlando

FABRIZIO MICARI

micari SEQUENZAIn che modo l’Università affronterà questo percorso di integrazione e accoglienza?

E’ un percorso complicato, però come tutte le cose complicate è affascinante. L’Idea è rafforzare sempre di più, attraverso questi 210 eventi, il forte legame che c’è e ci deve essere tra la città e l’Università. Naturalmente ormai sia l’Università che la città sono cambiati, ora l’Università e la città sono multirazziali, multietnici, ospitano ragazzi che vengono da tutte quante le etnie e da tutti quanti i paesi. Da questo punto di vista dobbiamo dare servizi a questi ragazzi; per esempio abbiamo questa splendida iniziativa di ItaStra, la scuola di italiano per stranieri. Ecco questi sono passaggi piccoli ma importanti che contribuiscono alla creazione di questa identità forte multirazziale, che questa città ha nel suo dna e deve mantenere.

Un modo per far sentire gli stranieri integrati all’interno della comunità?

Assolutamente sì. Il concetto di sentirsi non un corpo estraneo ma parte della collettività, il senso di appartenenza ad una collettività è sostanziale; ritengo che se lo straniero cammina con la felpa UniPa a quel punto si sente parte di un progetto, non si sente escluso, partecipa volentieri al progetto. Questo vogliamo realizzare.

Un aspetto importante nel rapporto tra Università e territorio è Il fatto che comunque chi consegua una laurea, poi non riesca a spenderla nel mondo del lavoro. Cosa ne pensa?

Anche qui la collaborazione è necessaria, mi spiego. Noi non possiamo da soli, pensare di creare lavoro. Il lavoro deriva da una tutta una serie di condizioni economiche, da scelte politiche, da una serie di fattori, in cui l’Università può essere uno dei partners, uno degli attori. C’è bisogno di un’azione collegiale che veda coinvolte istituzioni e politica, che creino quelle condizioni, che facciano delle scelte, puntando su alcune prospettive e leve della crescita, e a quel punto si vada dritti verso quell’obiettivo, anche noi dal punto di vista della formazione. Se oggi si pensa ad alcuni settori trainanti per l’economia siciliana, definiamoli, scegliamoli e lavoriamoci insieme.

Se puntiamo sull’autoimprenditorialità, sul fatto che i giovani creino impresa basandosi sulla conoscenza o su altro, noi possiamo aiutarli a formarli, ma bisogna avere le condizioni perché questo avvenga, da soli non ci riusciamo.

Una città che basa la sua economia in larga parte sul concetto di città universitaria è importante. Pensiamo a Bologna o Pisa, basta fare riferimento a quanto della vita di Bologna o Pisa si basa sull’Università; Palermo non lo ha fatto completamente, e bisogna lavorarci.

LEOLUCA ORLANDO

leolucaorlando SEQUENZAUniversità sinonimo di accoglienza?

L’accoglienza è il farsi altro da sé. Il principio che mi ispirava quando ero studente era quello che la conoscenza è potere. E’ importante che l’Università abbia rapporti con il territorio e non sia una scatola chiusa, quindi sono convinto che questa iniziativa che vede il coinvolgimento pieno dell’amministrazione comunale, della città da me rappresentata e del rettore è la conferma della volontà di portare avanti questo progetto.

C’è un rapporto tra sicurezza nel territorio e integrazione nella comunità?

Se io mi sento parte della comunità, se vedo arrivare qualcuno che posteggia in doppia fila lo rimprovero e chiamo la polizia municipale; se vedo qualcuno che butta il sacchetto dell’immondizia fuori posto, gli dico: “questo non si fa”; se non mi sento invece parte della comunità, accade che mia moglie butta il sacchetto fuori posto e mio figlio posteggia in doppia fila.

Quindi c’è più empatia, più solidarietà anche verso il rispetto delle regole della comunità, se c’è integrazione?

Questo vale in una città dove gli universitari sono più di 40.000, quasi l’8 per cento di coloro che risiedono a Palermo; una città che ha il diritto di avere un’Università arabo-normanna, medio-orientale in Europa, dopo il riconoscimento che abbiamo avuto da parte dell’Unesco nell’anno passato, e di cui sono molto contento.

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