Periodico registrato presso il Tribunale di Palermo al n.6 del 04 aprile 2012

Anno XI - Num. 53 - 02 ottobre 2023

Anno II - Num. 11 - 03 maggio 2014 Cultura e spettacolo

I tre giovani tenori de “Il Volo” in tour mondiale da luglio che parte dalla Sicilia

(All’interno dell’articolo l’intervista a uno dei componenti del trio Piero Barone)

di Francesca Penzallorto
         

locandina il votoPalermo – Si è svolta presso l’Assemblea Regionale Siciliana la Conferenza Stampa di presentazione su un evento musicale che si svolgerà in Sicilia e avrà grande risonanza a livello nazionale: i tre giovani artisti de Il Volo si esibiranno per la prima volta in Italia, nell’unica tappa del loro tour mondiale, a Taormina, presso il suggestivo scenario del Teatro Antico, in due concerti il 20 e 21 luglio.
Piero Barone, di Naro in provincia di Agrigento, Ignazio Boschetto, nato a Bologna ma residente a Marsala, e Gianluca Ginoble, di Roseto D’Abruzzo, si sono incontrati a Ti lascio una canzone nel 2009, programma televisivo di Raiuno di Antonella Clerici, e grazie all’intuizione di Tony Renis e Michele Torpedine hanno formato il trio che ha incantato e meravigliato il mondo intero. Le loro grandi capacità canore hanno entusiasmato migliaia di fan in giro per il mondo nei loro concerti negli Stati Uniti, in Sud America, in Asia, Australia, Nuova Zelanda, Malesia. Sono stati gli unici artisti italiani a partecipare a We Are The World for Haiti e al concerto per il Premio Nobel per la Pace a Oslo. Hanno duettato con grandi star internazionali come Barbra Streisand, Placido Domingo, Eros Ramazzotti e Laura Pausini e recentemente hanno anche vinto il prestigioso premio Billboard Latin Music Awards 2014
Sono trascorsi quattro anni dalla loro prima esibizione a Ti lascio una canzone, un lungo periodo in cui i tre ragazzi sono cresciuti facendo esperienze significative per la loro carriera e hanno portato in giro per il mondo il nome dell’Italia. Dopo quattro anni di grandi successi internazionali, il loro attaccamento alla terra d’origine li ha riportati in Italia, con l’obiettivo di coinvolgere e stregare anche il pubblico italiano e potersi esibire finalmente anche di fronte alle proprie famiglie. Di questo ha parlato il Produttore de Il Volo, Massimo Fregnani, uno dei più importanti organizzatori di spettacoli in Italia che ha creduto fortemente nel loro talento. I ragazzi – ha affermato – da anni stanno esprimendo con il canto le loro emozioni, stanno convincendo e coinvolgendo migliaia di persone dal Nord America all’Asia, e l’Italia era rimasta un terreno un po’ distante, un po’ per timidezza, un po’ perché la televisione li aveva proiettati come prodotto televisivo. Ma loro non lo sono, sono un prodotto live vero, che riesce ad arrivare nei cuori di tutti. La testimonianza di questo è il risultato e la gente lo ha capito. Infatti la tappa di Taormina prevedeva la sola data del 20 luglio,ma l’interesse del pubblico e le vendite ci hanno indotto ad aggiungere anche la data del 21 luglio, e questo è già un buon risultato.
il volo all'arsAlla conferenza stampa erano anche presenti Paolo Ruggirello, Deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana, che ha fatto gli onori di casa accogliendo i ragazzi de Il Volo, e Vincenzo Sturiano, Presidente del Consiglio Comunale di Marsala, per testimoniare la vicinanza della città di Marsala al gruppo. Successivamente è intervenuto Danilo Ciotti, manager del gruppo, che ha puntualizzato gli ascolti straordinari realizzati dai tre ragazzi durante la loro partecipazione alla trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa. A seguire i giornalisti presenti, tra cui anche la nostra redazione, che hanno posto ai tre ragazzi varie domande, aprendo un dibattito molto interessante:
Secondo voi fin’ora perché in quattro anni il vostro successo è stato minore in Italia rispetto all’estero?
(Massimo Fregnani): La popolarità che loro hanno avuto con la televisione ha dato loro una sorta di patina, un’etichetta che ad un certo punto può aver creato dei dubbi sulla loro forza di palco. In realtà questa forza di palco loro l’hanno espressa immediatamente quando sono andati all’estero, dove non avevano nessuna etichetta, e hanno subito ottenuto un grande successo che li ha portati in giro per il mondo per quattro anni. Quindi in realtà non c’è stato il tempo materiale per metterli sul palco in Italia e farli sentire alla gente.(Gianluca Ginoble:) Il perché il successo è stato minore in Italia rispetto all’estero è dovuto anche al fatto che la nostra casa discografica è americana e la priorità era il mondo, non solamente l’Italia. Poi però per noi non è così perché amiamo il nostro paese e siamo orgogliosi di portare in giro per il mondo la musica di questa meravigliosa terra. (Piero Barone:) Però è palese che gli americani apprezzano maggiormente questo genere musicale, noi italiani siamo portati a snobbare la nostra melodia italiana. Ma noi non cantiamo opera, il classico “O sole mio” con la vecchia orchestra, il nostro genere è cantare le canzoni classiche italiane popolari in una maniera più fresca e giovane e le canzoni pop in una maniera più classica. Questo lo dimostra il nostro ultimo album “We are love”, dove abbiamo due duetti: uno con Placido Domingo e uno con Eros Ramazzotti, icona della musica pop.
Però non pensate che sia un paradosso che non riusciate a far breccia proprio in quello che viene definito il paese del bel canto, visto che portate avanti la sua eredità?
(Ignazio Boschetto): Personalmente penso che non sia un problema, perché penso che avremo tutta la vita davanti. Un giorno le persone capiranno se vorranno capire, vuol dire allora che l’Italia ha bisogno di più tempo e noi non abbiamo fretta.(Gianluca Ginoble:) Ma il fatto di doppiare la data del concerto a Taormina è già un segnale positivo, vuol dire che qualcosa sta succedendo e ripeto che siamo stati fuori quattro anni, quindi ci vuole più tempo, dobbiamo dedicare più tempo a questo paese e lo faremo.
Magari l’Italia si è un po’ stancata di questo genere musicale?
(Piero Barone): Possiamo ritenere che noi italiani siamo cresciuti con la musica italiana e ascoltandola sempre forse ci siamo un po’ stancati. Ma gli americani quando ascoltano questo genere musicale impazziscono, infatti nei nostri concerti quando ascoltano una nostra canzone in italiano si alzano e fanno la standing ovation e ciò ci riempie di orgoglio. Il nostro pubblico abbraccia diverse fasce d’età, infatti in Sud America ci sono tantissime ragazzine dagli 8 ai 15-20 anni che imparano l’Italiano con le nostre canzoni.
Avete girato il mondo in lungo e in largo, quale delle tante esperienze vi è rimasta dentro in particolare?
(Gianluca Ginoble): E’ bello vedere le ragazzine che ti corrono dietro e che ti aspettano fuori dall’hotel o all’aeroporto per chiederti l’autografo. Tra l’altro in Sud America, dove il pubblico è più giovane, in una rivista hanno paragonato il nostro successo a quello dei Menudo, il gruppo di Ricky Martin degli anni ’80. (Piero Barone:) Una delle esperienze più belle è stato il premio che abbiamo ricevuto, il Billboards Awards 2014, che si può paragonare all’oscar della musica. Abbiamo vinto per il miglior album dell’anno e ricevere un premio così prestigioso ci ha riempiti di orgoglio. Ma quel premio noi non lo consideriamo un punto di arrivo ma di inizio, ci stimola a studiare il canto quotidianamente e a studiare per la maturità, che non siamo ancora riusciti a prendere a causa dei nostri impegni lavorativi.
Che tipo di rapporto avete con gli artisti italiani? Avete il sogno di esibirvi con qualche artista in particolare?
(Ignazio Boschetto): Sicuramente c’è molto rispetto per gli artisti stranieri. (Piero Barone): Gli artisti stranieri più sono grandi più ti fanno capire perché lo sono. Avendo conosciuto Barbra Streisand e Placido Domingo, che ci hanno fortemente appoggiato e voluto, ciò ci ha fatto capire che i grandi artisti, a differenza degli artisti italiani, quando fanno un duetto con te non lo fanno per interesse, ma perché amano questo progetto. Io sono cresciuto ascoltando l’opera, Pavarotti e Domingo e il mio sogno l’ho realizzato duettando con Domingo. Tra breve realizzeremo un altro sogno, faremo un duetto virtuale con il grande Elvis Presley, per la festa degli ottant’anni, progetto che è nato per l’amicizia che ci lega a Priscilla Presley.
(Gianluca Ginoble): Grazie a mio padre io ho ascoltato musica di grandi cantautori come De Andrè, Giorgio Gaber, Claudio Baglioni e Renato Zero, con il quale mi piacerebbe esibirmi perché ritengo che sia ancora oggi il più grande in assoluto in Italia.
Come riuscite a conciliare la vita normale con la vita straordinaria della vostra carriera?
(Ignazio Boschetto): Anche si abbiamo due vite le gestiamo, sicuramente siamo più concentrati sulla carriera, però dobbiamo ringraziare le nostre famiglie, che quando ci chiamano la mattina ci esortano a ricordarci sempre da dove abbiamo iniziato, perché è facile arrivare al successo ma è difficile mantenerlo. (Gianluca Ginoble:) Noi siamo ragazzi di 18-20 anni, non siamo assolutamente finti, stiamo crescendo velocemente e la nostra vita non si può ritenere normale. Abbiamo un bagaglio di esperienze che non capitano a chiunque, siamo stati fortunati a realizzare dei grandi sogni, ma nello stesso tempo siamo ragazzi seri e responsabili grazie alle nostre famiglie che ci hanno educati nel migliore dei modi e le ringrazieremo per sempre.
In occasione della conferenza stampa, la redazione di TRINACRIANEWS.EU ha rivolto alcune domande a Piero Barone,uno dei componenti del trio Il Volo. Questi i contenuti dell’ intervista:
Voi avete esordito a “Ti lascio una canzone” nel 2009. Come è nato il vostro trio?
Con “Ti lascio una canzone” abbiamo partecipato a questo programma come cantanti singoli. Alla quarta puntata il regista del programma, Roberto Cenci, ebbe la fortunatissima idea di unire le nostre voci.
Come è cambiata la vostra vita in seguito a questa partecipazione?
Io mi divertivo tantissimo anche quando non eravamo “Il Volo”, perché cantavo e cantare mi diverte, sono felice quando ascolto e sono immerso nella musica. Oggi grazie a “Il Volo” giriamo tutto il mondo ed è palese che la nostra vita è cambiata radicalmente, non sono mai a casa, non vedo mai la mia famiglia e stiamo un mese l’anno in Italia. Però non sono triste, perché quando sono in giro per il mondo lo sono per una ragione che amo fare.
Voi fate tournèe dieci mesi l’anno non possiamo non credere che non siate stanchi.
Siamo un po’ stanchi, ma fisicamente non mentalmente.
Come mai la scelta di Taormina come unica tappa italiana?
Due di noi sono siciliani, io e Ignazio, Gianluca e abruzzese, quindi la maggioranza vince. Come prima data in Italia eravamo un po’ titubanti nel farla, ma quando è stata confermata la data del 20 luglio e i biglietti sono andati a ruba, abbiamo allora confermato anche la seconda data del 21 luglio. Questa è la prova che noi siciliani siamo unici, perché è stata una sfida con noi stessi e dobbiamo ringraziare la Sicilia e tutti coloro che hanno creduto in noi, in particolare Massimo Fregnani, promotore nel fare la prima data, perché era un grande rischio.
Dunque l’Italia che posto occupa nei vostri progetti futuri, nella vostra carriera?
L’Italia è il nostro paese d’origine ed è sempre nel nostro cuore. Infatti i due concerti di Taormina del 20 e 21 luglio speriamo che siano l’inizio di una lunga serie di concerti in Sicilia e in tutta Italia, perché quando parliamo di tournèe mondiali vogliamo che sia compresa anche l’Italia.

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  1. vincenza

    Sono una 60enne malgrado la mia età Vi ascolto e mi emozionò Vi ho visti bambini ed adesso uomini ma da subito ho capito che avevate talento siete davvero bravi restate sempre cosi umili e con i piedi x terra in bocca al lupo se sarò in Sicilia verrò al concerto vivo al nord ma sono sicula vicino Taormina

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  2. Arianna

    Grazie, davvero, di mettercela tutta. Mantenetevi forti, curiosi e vedrete che diventerete grandi. Avete ricevuto un grande dono, un sogno e la fortuna…quindi non sprecateli!

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