Palermo – Giuseppe Garibaldi, in posa, lo sguardo fiero, fissa l’obiettivo ed esclama: “Nino, domani a Palermo!”. Una voce fuori campo risponde: “Ok, amo’!” – Questa la simpatica scena immortalata sulla copertina del programma del Palermo Pride, che all’inizio di quest’estate, dal 14 al 23 giugno, ha trasformato i Cantieri Culturali, sede scelta del Pride Village, con i suoi dieci giorni di attività, incontri pubblici, musica e molto altro ancora.
Il Pride più a sud d’Europa, una parata finale con partecipazione da record e un Village che, per estensione, è altrettanto da record. Il bilancio è estremamente positivo, lasciando soddisfatti città, organizzatori, ospiti e istituzioni.
Sono stati dieci giorni di grandi eventi d’arte, musica, teatro, cinema e convegni con protagonisti di portata internazionale, afferenti al mondo dello spettacolo, della cultura, ma anche delle istituzioni politiche e non solo – come ha dimostrato l’inaugurazione ufficiale alla presenza della Presidente della Camera Laura Boldrini e dell’ex Minitro Josefa Idem. Ricca la presenza degli artisti: musicisti come Roy Paci, Almamegretta, Frankie Hi Nrg, Nada, Immanuel Casto; personalità del teatro come Filippo Luna, che ha replicato il suo spettacolo di successo “Le mille bolle blu”; e poi rappresentanti delle istituzioni del calibro di Marco De Gorgi (UNAR), i parlamentari Ivan Scalfarotto, Sergio Lo Giudice, Alessandro Zan e Michela Marzano, il prefetto Francesco Cirillo (OSCAD), e Ivan Lo Bello (Confindustria).
Riportare tutti i momenti di incontro, i dibattiti e le tavole rotonde sarebbe difficile e non renderebbe, comunque, la dimensione degli eventi che hanno rianimato i Cantieri Culturali. Tra i tanti eventi, emblematico ci è sembrato l’incontro dal titolo “Nuovi diritti in Sicilia”, tenuto la sera del 20 giugno alla Sala Tre Navate. Al dibattito hanno preso parte Nelli Scilabra, Assessore regionale alla Formazione e Istruzione, Titti De Simone del Coordinamento Palermo Pride, Paolo Mannina, il docente tristemente noto per la sua espulsione dall’Eritrea e il cantante Mario Venuti. Un incontro emblematico, dunque, perché restituisce lo spettro di una manifestazione multidisciplinare: si è parlato di diritti ed economia, di istruzione e di musica.
A vedere la larghissima partecipazione di persone al Village, che hanno affollato gli stand e, da bravi palermitani, l’area ristoro, è sempre più difficile credere che il Palermo Pride sia sconnesso dal tessuto socioeconomico siciliano. Un tema importantissimo, che ha attraversato tutti i dieci giorni del Pride e che è stato ribadito e largamente condiviso. A cominciare da Titti De Simone: In questi giorni abbiamo visto famiglie, bambini, anziani, eterosessuali e omosessuali, che si sono incontrati in questo spazio pubblico, confrontati e conosciuti. Per questo dobbiamo un ringraziamento alla straordinaria città di Palermo.
Peculiare, eppure non può e non deve più fare scalpore la partecipazione del cantante Mario Venuti, il cui coming out, qualche anno fa, fu quasi indolore e senza onore di cronaca. Altrettanto non si può dire degli artisti musicali che negli anni si sono succeduti, che il cantante ha ricordato, tracciando una sintetica storia dell’omosessualità nel mondo musicale italiano. E se lontani sembrano i tempi di Umberto Bindi, cantautore radiato dalla tv italiana e forzato al ritiro, negli anni Sessanta, proprio a causa della sua omosessualità, fa ancora discutere il recentissimo caso di Lucio Dalla e del destino del compagno Marco Alemanno, estromesso da una eredità economica, ma anche e soprattutto affettiva. Decisamente più sereno, ricorda Venuti, il coming out di Tiziano Ferro: segno, forse, di una transizione che mostra ancora il suo duplice volto.
Accanto al cantautore sedeva Paolo Mannina. Il docente, già ospite del Sicilia Queer FilmFest, ha raccontato ancora la sua storia, questa volta dilungandosi e illustrando tutte le sfumature della sua vicenda. Una vicenda che vede nell’espulsione dallo stato africano la sua conclusione, e non una origine che è invece molteplice, da imputare anche al vuoto normativo italiano: la mia vicenda, ha dichiarato, sarebbe stata diversa se ci fosse stata una legislazione sull’omofobia – e, viene da cogliere tra le righe, sarebbe stata diversa se ci fosse stata una legislazione sulle coppie omosessuali, o ancora sulla questione dei permessi di soggiorno. Certo è, per Mannina, che la sua vicenda è la chiara manifestazione dell’urgenza legislativa in difesa dei diritti LGBT, senza dei quali siamo una comunità mutilata.
La partecipazione di Mannina è stata ben accolta dall’Assessore Scilabra, che si è detta provocatoriamente contenta della sua espulsione dall’Eritrea: Così ci può dare una mano per cambiare la scuola siciliana, ha dichiarato, annunciando l’istituzione di un comitato di esperti del settore dell’istruzione, di cui ci ha parlato più approfonditamente nella nostra intervista, in calce. L’istruzione rimane però solo il primo passo verso la piena conquista dei diritti civili: Spero che la Sicilia possa essere la prima regione a riconoscere quei diritti che per troppo tempo sono stati negati, ha concluso.
Da questo e da molti altri incontri ha preso sempre più forza e consistenza l’affermazione di un paese reale, ormai pronto, che non si riconosce in un mondo politico perennemente in ritardo. Un paese reale sempre più trasversale: docenti, musicisti, uomini e donne delle istituzioni, e anche del mondo dello spettacolo.
A completare il quadro sempre più variopinto della partecipazione all’evento, il saluto delle tre madrine dell’edizione di quest’anno, che si sono mostrate insieme alla vigilia della parata finale, sabato 22 giugno: Barbara Tabita che abbiamo intervistato, Maria Grazia Cucinotta e Eva Riccobono, che abbiamo incontrato al Kursaal Kalhesa. Insieme alle tre attrici, il governatore della Puglia e leader di SEL, Nichi Vendola che siamo riusciti a raggiungere e intervistare.
Io sono sposata, eterosessuale e cristiana, e sono qui per questo. La diversità non esiste, ditelo ai vostri figli, ha esordito Barbara Tabita, che ha più volte ribadito di credere fortemente nel Pride come momento di riunione, a maggior ragione in un momento di crisi. I momenti difficili uniscono le persone, non le separano. È l’unica cosa positiva che porta la crisi, ha dichiarato ai nostri microfoni. Della stessa opinione Eva Riccobono: Da Palermo è partita una grandissima onda per il riconoscimento dei diritti di cittadinanza; vale per le persone omosessuali, ma vale in generale per un paese che ha bisogno di rialzare la testa. O si rimettono al centro i diritti delle persone, tutti i loro bisogni e i loro sogni, o il paese non ce la fa.
Maria Grazia Cucinotta ha ricordato che il Palermo Pride, il Pride più a sud d’Europa, è anche occasione di rilancio dell’immagine della terra che lo ospita: Sono contenta si faccia qui perché è una possibilità per fare vedere la Sicilia. Parole condivise da Eva Riccobono: Abbiamo anche rotto alcuni pregiudizi, degli stereotipi rispetto a un sud che si vuole arretrato.
Le tre madrine e Vendola hanno poi raggiunto la testa del corteo, unendosi a Vladimir Luxuria, al padrone di casa Leoluca Orlando, e una vasta presenza politica che conta il Presidente Crocetta, pezzi di giunta comunale e dell’ARS. Più delle immagini, dei colori e della pioggia di fotografie che ha inondato Palermo e l’Italia tutta, ancor più dei ventuno carri che hanno preso parte alla sfilata, da Amnesty alle associazioni, studentesche e non, provenienti da ogni parte d’Italia, a restituire la dimensione di quel che si è configurato come un vero momento storico sono forse i numeri: 135.000 partecipanti, una cifra stimata dalla questura, ben accolta – caso raro! – dagli organizzatori. Una cifra che inserisce il Palermo Pride 2013 tra i cinque Pride europei più riusciti e partecipati, e che fa apparire sempre più inopinabile l’ottimistica affermazione di Nichi Vendola: Non si può più rinviare: questo è il tempo.
Abbiamo intervisto, tra le madrine, l’attrice Barbara Tabita. Queste le domande:
- Come mai oggi si trova qui?
- Secondo lei che ruolo può avere il Pride nella ripresa di una terra come la Sicilia, dal punto di vista culturale, sociale ed economico?
- Tra le polemiche c’è chi dice che proprio in tempo di crisi i diritti civili devono passare in secondo piano, perché la gente non ce la fa ad arrivare alla fine del mese…
Queste invece le domande poste nell’audiointervista al governatore Vendola:
- Oggi sono arrivate nuove sanzioni dall’Unione Europea all’Italia in materia di diritti civili. Cosa dobbiamo fare? E perché “ce lo chiede l’Europa” è diventato il mantra di questi ultimi anni, ma quando ci chiedono di pareggiare i diritti civili non facciamo niente?
- Questo è il Pride più a sud d’Europa. Da governatore di una regione meridionale a un’altra regione meridionale, quale la Sicilia, cosa vuole dire a proposito di questo Pride? Si sente di unirsi all’orgoglio della terra siciliana che oggi si riconosce anche nell’orgoglio LGBT?
Segue l’intervista che ci ha rilasciato l’assessore Nelli Scilabra, a margine dell’incontro “Nuovi diritti in Sicilia” del 20 giugno:
Si è parlato a lungo di diritti ed economia. Titti De Simone del Coordinamento Palermo Pride ha detto: proprio perché siamo in un periodo di crisi bisogna puntare sui diritti. Lei che ne pensa?
Io penso che sia importante essere presenti a appuntamenti come questi. È vero, è un periodo difficile per la nostra regione e l’Italia intera, un periodo di grande crisi, però questo governo regionale è qua, lo sarà anche nei prossimi giorni, è un segnale importante. Noi stiamo presentando un piano giovani e in un certo senso anticipiamo la politica nazionale, abbiamo intenzione di guardare ai giovani, proprio i giovani hanno reso possibile questa iniziativa così importante che si sta svolgendo a Palermo.
Per quanto riguarda il tema dell’omofobia, il Ministro Idem ha proposto una campagna di sensibilizzazione nelle scuole. Voi come Assessorato e Regione cosa pensate di fare a proposito? Ha detto anche di aver coinvolto Paolo Mannina…
Ho reclutato una decina di persone che vengono dal mondo della scuola per creare un pacchetto per la scuola siciliana. Abbiamo già cominciato a trattare temi come il bullismo, che è una tematica che nelle scuole purtroppo sentiamo troppo spesso, e cominceremo in quel tavolo a discutere un progetto per cominciare a superare queste barriere sessuali che non hanno più motivo di esistere.
Una volta concluso il Pride cosa si può fare per evitare di perdere l’esperienza di questa settimana così ricca?
Una volta concluso il Pride toccherà alla politica, toccherà alle istituzioni non far perdere quanto fatto in questa settimana, quindi rilanciare e mettere in atto dei disegni di legge che possano finalmente superare certe barriere.