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Anno XI - Num. 52 - 24 aprile 2023

Anno II - Num. 14 - 25 novembre 2014 Cultura e spettacolo

Incontro con il giornalista Pietrangelo Buttafuoco ad Adrano per una Sicilia da vivere

Intervista all'interno allo scrittore giornalista Pietrangelo Buttafuoco

di Dario Milazzo
         

incontro Pietrangelo Buttafuoco URL IMMAGINE SOCIALAdrano (CT) – Si è tenuto lo scorso 23 dicembre nelle sale del Palazzo Bianchi di Adrano l’attesissimo incontro con il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco.

Un incontro atteso per tanti motivi: Buttafuoco conosce molti adraniti e in passato è venuto diverse volte nel comune etneo per eventi giornalistici e teatrali.

Ad organizzare l’evento l’Associazione culturale “Incontro” in collaborazione con l’associazione culturale “Obbiettivo Adrano”. Come relatori presenti i giornalisti Nicola Savoca e Alex Minissale.

Il tema “Irredimibile Sicilia?”, che si ricollega al titolo e all’argomento dell’ultimo libro di Buttafuoco “Buttanissima Sicilia”, è stato affrontato in maniera disinvolta, equilibrata, con molta verve ironica, forte piglio critico, ma zero arrendevolismo.

Incalzato sulle più varie tematiche di attualità Buttafuoco ha risposto sempre in maniera disinibita, talvolta polemica, non sfociando mai nella retorica e nel “partitismo”.

Fra i papabili come prossimo Presidente della Repubblica ci sono, a parer suo, un siciliano, ovvero Pietro Grasso, una donna, Laura Boldrini e “l’uomo che viene da molto lontano” ovvero Mario Draghi.

Per ciò che concerne l’argomento “mafia capitale” Buttafuoco ha parlato di “mafia alla vaccinara”, relativizzando in un certo senso i fatti di Roma. Anche se ha ammesso che tale vicenda potrà avere ripercussioni sulle elezioni del Quirinale, per Buttafuoco una cosa è la trattativa Stato-mafia un’altra è la trattativa Buzzi-Carminati.

Per Buttafuoco Salvini è l’erede di Berlusconi a destra, mentre Renzi è l’erede di Berlusconi a sinistra.

Sulla Sicilia Buttafuoco ha detto che la sua regione potrebbe essere la principale vetrina per ciò che concerne l’agricoltura, il turismo, ma non siamo riusciti a sfruttare nulla, anzi per lo scrittore, che dice di non abitare in Sicilia ma di viverla, tutto in Sicilia è andato verso l’abbandono. Il nostro principale problema per noi non è più neanche la mafia, la nostra terra sta diventando un deserto, vedo sempre più case abbandonate quando torno in Sicilia, non riusciamo più ad immaginare un futuro nella nostra terra ha affermato il giornalista. Per lo scrittore c’è un’unica soluzione: più politica che è costruzione della città. Per Buttafuoco bisogna vivere maggiormente il proprio territorio. Sempre sulla Sicilia ha affermato che c’è la necessità che questa terra torni ad essere padrona di sé stessa. Io vorrei essere all’altezza di ciò che la Sicilia rappresenta ha concluso così Buttafuoco parlando della sua regione.

In merito alla letteratura, parafrasando Silvano Nigro, ha asserito che la letteratura non è un divertimento per eruditi ma è divertimento e immaginazione e con l’immaginazione si fanno tante altre cose: se non ci fosse l’immaginazione non potremmo sperimentare delle nuove marmellate e non potremmo immettere nel mercato la possibilità di avere nuovi gusti. In altre parole, per lo scrittore, con la letteratura va avanti l’economia, da taluni libri, ad esempio, sono venuti fuori film che hanno fatto la fortuna di taluni luoghi. La letteratura per Buttafuoco è la porta che ci apre all’immaginazione per creare i mondi possibili, anzi il più possibile dei mondi possibili dove la realtà trova la ragione di rendere prezioso e bello quello che altrimenti sarebbe arido, brutto. Un ragionamento complesso che si ricollega alla tematica della devianza; per lo scrittore, dove non c’è fantasia, dove non c’è immaginazione, tutto, compresa l’economia, si ferma e si sviluppano le devianze; per lo scrittore infatti la letteratura è il pretesto attraverso il quale un popolo, trovando la sua identità, si impossessa, della capacità di produrre ricchezza in ragione di ciò che è, in ragione di ciò che fa.

Infine ha parlato delle librerie e ha detto che al centro di Roma c’erano 4 librerie, 3 hanno chiuso, una sta per chiudere. Stanno chiudendo tutti i posti di ritrovo, i posti in cui una volta ci si ritrovava ha ammesso l’autore.

Finito l’incontro TrinacriaNews.eu ha intervistato lo scrittore Pietrangelo Buttofuoco. Ecco di seguito il contenuto dell’interista.

Irredimibile Sicilia? Se deve scegliere, qual è l’elemento che rende i siciliani irredimibili?

Siamo noi stessi, la nostra impostazione, la nostra forma mentis, il nostro modo di pensare tutti questi elementi rendono la Sicilia e noi stessi irredimibili.

Esiste una retorica meridionalista, ma anche una retorica antimeridionalista, o meglio “mafiosista”. In Sicilia, si dice, tutto è mafia e chi si oppone a questo detto è un mafioso. Questo non solo fra i cronisti, ma anche i romanzi, i film, le serie TV, se ambientati in Sicilia, parlano quasi sempre di mafia. Tutto questo non ha arrecato danno alla Sicilia?

Allora vi sono due elementi. Il primo è legato al marchio mafia che è diventato fondamentale per l’immagine della Sicilia…

L’altro elemento qual è?

L’altro elemento è quello legato alla vera identità connessa all’effettiva realtà e non alla retorica alla quale invece sono strettamente connessi i media.

Dopo aver fatto queste domande e dopo avere avuto l’ennesima conferma che Buttafuoco non rinnega la Sicilia, ma la ama, la rispetta e la vive e vorrebbe che tutti i siciliani la vivessero in maniera opportuna, l’autore si è dileguato, fra un autografo e l’altro, lasciando ai presenti in sala un’ esperienza culturalmente unica.

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