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Anno XI - Num. 52 - 24 aprile 2023

Anno I - Num. 02 - 18 giugno 2012 Sport

Il Trapani ha saputo stupire l’Italia

di Nino Maltese
         

Formazione TrapaniRaccontare un’annata calcistica come quella appena andata in archivio per il Trapani, non è affatto facile. Non lo è dal punto di vista giornalistico né personale.

C’è chi dice che bisogna mettere da parte i sentimenti personali, quando ci si mette davanti al pc, tastiera alla mano. Ci si prova, non sempre ci si riesce. Soprattutto quando ci si trova a vivere a 50 metri dallo stadio «Provinciale», con i sogni del bambino che ti rincorrono, quando si andava con papà a guardare il Trapani di Arcoleo. Il filo è sottile e rischia di spezzarsi, come si sono spezzati, d’altronde, i sogni di gloria della stessa società granata. Si sono spezzati dopo un’annata che definire incredibile appare quasi un eufemismo. Incredibile lo è perché le aspettative dei tifosi e di tutti quanti erano quelli di fare bella figura. Fare bella figura significa evitare la retrocessione e ottenere un piazzamento dignitoso, non certo la vittoria del campionato. Ma il Trapani, guidato da un Presidente che è una pasta d’uomo, Vittorio Morace, ha saputo stupire l’Italia.

Che dire, se non che si sono accatastati record su record? Ben 9 le vittorie consecutive, 57 reti segnate di cui 32 fuori casa, 9 le vittorie esterne, 4 i marcatori tra i primi 20 nella classifica cannonieri. Sembrano le statistiche di una squadra che il campionato l’ha stravinto. Ma, alla fine, non è andata così. Il Trapani si è visto rimontare ben 11 punti dallo Spezia, la corazzata del torneo, che, nella volata finale, ha avuto la meglio all’ultimo respiro. Nei play-off ha ricostruito il sogno che sembrava svanito. Ha eliminato, pur con qualche difficoltà, nella semifinale, la Cremonese, una squadra dal blasone che non si scopre certo leggendo quest’articolo. Nella finale ha raccolto un pareggio eccellente a Lanciano, dominando la partita e venendo penalizzata da un rigore forse generoso.

A quel punto, bastava l’ultimo colpo di reni. L’ultima partita in casa, gli ultimi novanta minuti di un’annata magica, macchiata da pochi errori. Gol al primo minuto, poi espulsione per gli avversari al 12’. Il Trapani sembra in B, ha tutto da guadagnare. Sugli spalti è una festa. Tutto è pronto, spumante, magliette celebrative e fuochi d’artificio.

Ma accade ciò che nessuno si sarebbe mai aspettato. La paura di vincere, di ottenere un obiettivo forse troppo lontano, come un salto a piè pari di due, forse tre metri, gioca un brutto scherzo. Il Trapani, in quel salto, inciampa e regala la partita (e la serie B) alla Virtus Lanciano.

Davvero troppo da sopportare, ma mai dimenticare quanto di buono costruito quest’anno. Rinnegare quello che è iniziato a settembre 2011 e che s’è concluso lo scorso 10 di giugno è un errore. È tipico degli irriconoscenti.

Quindi, adesso, guardare avanti e pensare a costruire un progetto serio per la serie B, grazie al quale si parta da favoriti, non da «cenerentola».

I presupposti ci sono, le forze economiche e la volontà pure. Basta crederci e accompagnare con il proprio piccolo supporto ogni domenica chi quest’anno ha regalato un sogno a una città che ne aveva bisogno.

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