Periodico registrato presso il Tribunale di Palermo al n.6 del 04 aprile 2012

Anno XI - Num. 54 - 30 dicembre 2023

Anno III - Num. 19 - 11 ottobre 2015 Politica e società

Forestali, al via presidi a oltranza in tutte le città della Sicilia. Ecco cosa dicono CGIL, CISL e UIL regionali

Coro unanime dei Sindacati regionali: Il Governo si assuma le proprie responsabilità e mandi al lavoro i Forestali siciliani

di Vilma Maria Costa
         

foretaliURL IMMAGINE SOCIALPalermo – per la CGIL Sicilia  per mancanza di liquidità nelle casse della Regione e limiti per lo sforamento del patto di stabilità i forestali siciliani rischiano di non essere riavviati al lavoro. Riprende così la mobilitazione.

A lanciare l’allarme tutte le Organizzazioni Sindacali siciliane. Si riapre così una vertenza che sembravaconclusa, alla fine della settimana scorsa, con la ratifica da parte delgoverno della delibera Cipe sui finanziamenti.

Dopo settimane spese percercare la soluzione al problema, con autorevoli interlocuzioni colgoverno nazionaledice il segretario generale della Cgil Sicilia,Michele Pagliaronon si può scoprire d’un tratto che abbiamo scherzato eche il problema delle risorse resta tutto aperto. L’assessore Baccei-aggiunge-non poteva certo ignorare una situazione talmente grave darischiare di determinare contraccolpi anche in altri settori legati allaspesa pubblica. Per Pagliaro è una situazione che va a demerito del nuovo Esecutivo. Richiamiamo alla responsabilità il governosottolinea il segretario della Cgilche deve acquisire consapevolezza del fatto che ci troviamo in una situazione di allarme sociale.

Già nelle prossime ore, intanto le categorie annunciano la ripresa della mobilitazione, con presidi davanti alle prefetture.

Lo stalloafferma il segretario generale della Flai Sicilia, Salvatore Tripista determinando forte tensione tra i lavoratori che rischiano di subire penalizzazioni economiche nell’ordine del 30%. Il governo deve trovaresoluzioni immediate.

Per CISL Sicilia: il governo si dovrà assumere le proprie responsabilità o ne dovrà trarre le conseguenze. Dopo il tira e molla sulla delibera Cipe durato mesi e conclusosi positivamente nei giorni scorsi, e dopo giornate di lotte campali, oggi vengono accampate ulteriori, non meglio precisate difficoltà legate al patto di stabilità, che inficerebbero la possibilità immediata di reimmettere in servizio i lavoratori sospesi così come invece comunicatoci ufficialmente nei giorni scorsi. Assistiamo allibiti a questo tira e molla, dichiara Fabrizio Colonna, segretario della Fai Cisl Sicilia. E Mimmo Milazzo, segretario generale regionale Cisl: Il governo si assuma le proprie responsabilità anche sforando il patto di stabilità, per inserire al lavoro i forestali. Altrimenti ne tragga le dovute conseguenze. Siamo allibiti per l’ennesima beffa perpetrata dalla classe dirigente politica, amministrativa e burocratica della Regione”, denunciano Cisl e Fai puntando il dito contro “la spocchia degli onorevoli dalla pancia piena che parlano di privilegiati riferendosi a precari e forestali molti dei quali, con l’unico reddito da lavoro, sostentano le loro famiglie. I forestali siciliani rinunceranno a quest’ennesima forma di lotta solo quando saranno immessi in cantiere, precisano Cisl e Fai sottolineando l’inettitudine, l’inconsistenza, l’inaffidabilità assoluta e la latitanza dimostrate dalla classe dirigente regionale.

Per il segretario generale Uil Sicilia Claudio Barone: Governo incapace e contraddittorio. I lavoratori presi in giro e adesso la tensione sociale rischia di esplodere.

E sostiene, infatti:I risultati sono sconfortanti. Questo governo appare completamente incapace di mantenere gli impegni e procede tra contraddizioni e approssimazione. La gente è alla disperazione e in queste condizioni la tensione sociale rischia di esplodere. I lavoratori si sentono presi in giro, per questo chiediamo alla politica di assumersi le proprie responsabilità e mandare subito i forestali al lavoro senza inventare ancora cavilli su cavilli. La politica oggi pensa solo a litigare per le poltrone. Se metà di questo tempo e impegno lo dedicasse, invece, a risolvere i problemi della gente staremmo tutti meglio.

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