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Anno XI - Num. 52 - 24 aprile 2023

Anno VII - Num. 36 - 10 febbraio 2019 Cultura e spettacolo

Ferdinando Scianna affascina Palermo con le sue foto, il suo racconto, la sua ironia

di Redazione TrinacriaNews
         

Teatro Santa Cecilia stracolmo di un pubblico incantato ad ascoltare Ferdinando Scianna parlare del suo rapporto con la fotografia, che è stata anche la sua vita perché, ha detto, “in ogni fotografia che ho realizzato, io c’ero”. Alla fine, nel bookshop della Galleria d’arte moderna, per oltre due ore ha autografato libri e cataloghi a un pubblico di tutte le età.

Si è conclusa così l’intensa giornata inaugurale della mostra visitabile da ieri e corredata da una straordinaria audioguida (in italiano e in inglese), attraverso la quale l’autore racconta in prima persona il suo modo di intendere la fotografia e non solo. Un vero e proprio racconto parallelo, per conoscere da vicino il suo percorso umano e di fotografo. In mostra anche un documentario dedicato alla vita professionale di Ferdinando Scianna.

Curata da Denis Curti, Paola Bergna e Alberto Bianda, quest’ultimo anche art director, la grande esposizione antologica è organizzata da Civita e promossa dall’Assessorato alla Cultura della Città di Palermo e dalla Galleria d’arte moderna.

Ferdinando Scianna è uno dei maestri della fotografia non solo italiana.

Ha iniziato ad appassionarsi a questo linguaggio negli anni Sessanta, raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua regione d’origine, la Sicilia. Il suo lungo percorso artistico si snoda attraverso varie tematiche – l’attualità, la guerra, il viaggio, la religiosità popolare – tutte legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita. In oltre 50 anni di racconti non mancano di certo le suggestioni: da Bagheria alle Ande boliviane, dalle feste religiose – esordio della sua carriera – all’esperienza nel mondo della moda, iniziata con Dolce & Gabbana e Marpessa. Poi i reportage (fa parte dell’agenzia foto giornalistica Magnum), i paesaggi, le sue ossessioni tematiche come gli specchi, gli animali, le cose e infine i ritratti dei suoi grandi amici, maestri del mondo dell’arte e della cultura come Leonardo Sciascia, Henri Cartier-Bresson, Jorge Louis Borges, solo per citarne alcuni.

Con oltre 180 fotografie in bianco e nero stampate in diversi formati, la rassegna attraversa l’intera carriera del fotografo siciliano e si sviluppa lungo un articolato percorso narrativo, costruito su diversi capitoli e varie modalità di allestimento.

Le sezioni della mostra:

LA MEMORIA, Bagheria – La Sicilia – Le feste religiose

IL RACCONTO, Lourdes – I bambini – Kami – Il dolore

OSSESSIONI, Il sonno – Le cose – L’ombra – Bestie – Gli specchi

IL VIAGGIO, America – Deambulazioni – I luoghi

RITRATTI

RITI E MITI, Le cerimonie – Donne – Marpessa

“Una grande mostra antologica come questa di Palermo, a settantacinque anni, è per un fotografo un complesso, affascinante e forse anche arbitrario viaggio nei cinquant’anni del proprio lavoro e nella memoria. Ecco già due parole chiave di questa mostra e del libro che l’accompagna: Memoria e Viaggio. La terza, fondamentale, è Racconto. Oltre 180 fotografie divise in tre grandi corpi, articolati in diciannove diversi temi. Questo tenta di essere questa mostra, un Racconto, un Viaggio nella Memoria. La storia di un fotografo in oltre mezzo secolo di fotografia”, dichiara Ferdinando Scianna.

Avendo deciso di raccogliere in questa mostra la più ampia antologia dei suoi lavori fotografici, con la solita e spiccata autoironia, Ferdinando Scianna, in apertura del percorso espositivo, sceglie un testo di Giorgio Manganelli:

“Una antologia è una legittima strage, una carneficina vista con favore dalle autorità civili e religiose. Una pulita operazione di sbranare i libri che vanno per il mondo sotto il nome dell’autore per ricavarne uno stufato, un timballo, uno spezzatino…”

Ferdinando Scianna del suo lavoro scrive: come fotografo mi considero un reporter. Come reporter il mio riferimento fondamentale è quello del mio maestro per eccellenza, Henri Cartier-Bresson, per il quale il fotografo deve ambire ad essere un testimone invisibile, che mai interviene per modificare il mondo e gli istanti che della realtà legge e interpreta. Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio. Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo.Per approfondire i contenuti dell’esposizione, incoraggiando la riflessione sulla portata iconica della fotografia di Ferdinando Scianna, Civita Sicilia ha ideato un articolato progetto didattico rivolto sia alle scuole che ai gruppi di adulti e famiglie, che prevede i classici tour guidati, ma anche visite-esplorazione e laboratori didattici su prenotazione.

La mostra è corredata da un grande catalogo pubblicato da Marsilio Editori.

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