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Anno XI - Num. 54 - 30 dicembre 2023

Anno II - Num. 08 - 21 ottobre 2013 Politica e società

Una due giorni a Bagheria per “La voce di Impastato” di Ivan Vadori. Ospite d’onore Nino Di Matteo

di Redazione TrinacriaNews
         

La_ voce_di_Impastato_di_Ivan_Vadori_1Bagheria (PA) 25/10/2013 – Un successo la proiezione del film La voce di Impastato di Ivan Vadori, ieri sera, al cinema Excelsior, per la due giorni organizzata dal Comune di Bagheria e dedicata al giornalista-attivista e poeta caduto in un attentato mafioso il 9 maggio del 1978, Peppino Impastato, organizzata con la collaborazione dell’Istituto tecnico economico statale Don Luigi Sturzo, il Movimento Bene Comune e l’Associazione Comunità Marinara di Aspra.

La due giorni ha avuto inizio il 23 ottobre presso l’auditorium dell’istituto scolastico ITES “Don Luigi Sturzo”. Dinanzi ad una platea di studenti, autorità politiche e civili, si è svolto il primo dei tre appuntamenti dedicati alla figura di Peppino Impastato che il Comune di Bagheria ha voluto dedicare in occasione della presentazione del docu-film di Ivan Vadori e per l’occasione è stato realizzato un trailer del film dal bagherese Marco Morana. Questo primo incontro ha visto tra gli ospiti il magistrato Nino Di Matteo, l’avvocato Giovanni Chinnici, figlio del magistrato Rocco Chinnici, e Giovanni Impastato fratello di Peppino.

Così si è rivolto il vicesindaco Mineo agli studenti: I ragazzi sono i veri destinatari del messaggio che si vuole lanciare. Gli insegnanti e i presidi hanno accolto questa idea con entusiasmo perché è necessario e utile parlare di mafia, bisogna parlarne sempre e non abbassare mai la guardia. Noi abbiamo la necessità di riappropriarci dei nostri sogni. Abbiamo perso il nostro territorio, il nostro ambiente abbiamo perso il senso della bellezza che dobbiamo ritrovare. Riappropriamoci del bello.

La_ voce_di_Impastato_di_Ivan_Vadori_2Il sindaco Lo Meo ha voluto continuare il discorso specificando il ruolo che hanno i giudici che svolgono questo mestiere a rischio, il peso che si sente giornalmente, l’impossibilità a vivere una vita nella assoluta normalità e muoversi autonomamente se non sotto scorta. Vivere con l’attenzione elevata e con la paura di essere seguito è un immenso sacrificio e di questo dobbiamo essere grati a chi fa questo lavoro con slancio. Dopo la strage di Falcone e Borsellino c’è una maggiore consapevolezza al rispetto delle regole e al vivere nel segno della legalità.

Gioacchino Genuardi, preside dell’ITES che ha ospitato la manifestazione, ha parlato a nome di tutti i colleghi che hanno partecipato a questa iniziativa specificando che da tempo la scuola persegue queste attività didattiche che sono finalizzate alla sensibilizzazione dei giovani alla legalità e all’avversione al fenomeno mafioso.

Infine l’intervento del giudice Di Matteo che ha regalato una lezione di vita: “Non dovete considerare che ci sia una competizione tra la mafia e l’antimafia in cui i cittadini possano essere semplici spettatori, pensando cLa_ voce_di_Impastato_di_Ivan_Vadori_(Nino_Di_Matteo)he sia una cosa che non possa interessare i cittadini. La mafia non ha ucciso soltanto uomini dello Stato, sacerdoti e giornalisti. La mafia ha ucciso la libertà, la mafia sta uccidendo la vostra dignità. Sta negando la possibilità che si sviluppi sul territorio un ambiente sano. Sta continuando ad uccidere il vostro futuro. Ecco perché non si può rimanere indifferenti. Senza indifferenza di gran parte dei cittadini non potevano accadere le stragi.” E ancora “Non siate indifferenti, l’indifferenza è vigliaccheria. Parlatene con i vostri professori. Formatevi le vostre idee anche di critica nei confronti della magistratura e delle forze dell’ordine. E’ necessario schierarsi. Le parole di Giovanni Impastato hanno fatto riflettere su un dato. Oggi si parla di legalità, si parla in maniera generica. La legalità è qualcosa di diverso che partecipare a incontri del genere. E’ coraggio di schierarsi. Impastato non diceva soltanto la mafia mi fa schifo ma indicava per nome e cognome. ….L’indifferenza ha creato le basi per lo strapotere mafioso.”

La sera della proiezione del film al cinema Excelsior, dopo un primo momento di dibattito iniziato con il sindaco Vincenzo Lo Meo e l’assessore Massimo Mineo interventi per i saluti istituzionali ed i dovuti ringraziamenti, hanno preso la parola il magistrato Michele Ruvolo che ha lavorato presso la sede distaccata del tribunale, a Bagheria, l’avvocato Giovanni Chinnici figlio del magistrato Rocco Chinnici, il fratello di Peppino Impastato, Giovanni ed infine il regista-giornalista Ivan Vadori.

La_ voce_di_Impastato_di_Ivan_Vadori_(Giovanni_Impastato)Particolarmente intenso e vibrante l’intervento di Giovanni Impastato, fratello del fondatore di Radio Aut, ucciso nel ‘78 e divenuto un simbolo della lotta alla mafia: un tuffo nella storia di quegli anni, gli intrecci con la politica, le lotte di Peppino, diversi gli argomenti toccati dal Giovanni Impasto che ha raccontato come sia stato difficile vivere e rompere con la cultura mafiosa della sua Cinisi.

Non meno interessati gli interventi del magistrato Michele Ruvolo che è anche tornato sulla chiusura della sede del Tribunale di Bagheria quale presidio di legalità sottolineando l’importanza dei simboli, della memoria, dei ricordi e dell’ avvocato Chinnici.

Partendo dalle parole della coordinatrice della serata, la giornalista Marina Mancini, addetto stampa del Comune di Bagheria, che ha letto un pensiero di Paolo Borsellino sul magistrato Rocco Chinnici ricordando un forte valore cui teneva il magistrato: la religione del lavoro, l’avvocato Chinnici ha tratto spunto per parlare di economia, di riciclaggio, di necessità di creare condizioni di lavoro certe e legali in terre che sono sempre a contatto con fenomeni mafiosi.

HLa_ voce_di_Impastato_di_Ivan_Vadori__(Vadori)a chiuso la carrellata di interventi, prima della proiezione de La Voce di Impastato, il regista Ivan Vadori, giornalista prima di Affari Italiani, poi di Il fatto quotidiano, il quale ha spiegato agli spettatori bagheresi perché lui, uomo del profondo Nord, il Friuli, si sia appassionato alla storia di un ragazzo del profondo Sud e come quel viaggio in Sicilia in un campo scout gli abbia cambiato la vita tanto da fargli decidere di abbandonare gli studi di ingegneria per diventare giornalista.

Con la passione che contraddistingueva l’attivista Peppino Impastato, Vadori racconta la sua avventura, la sua scelta: Oggi mi sento un po’ siciliano anche io ha detto Vadori ringraziando tutti i numerosi intervenuti.

Lungamente applaudita la pellicola di Vadori, finanziata parzialmente con il crowdfunding, che vi invitiamo a vedere per le emozioni che vi susciterà e per le interessanti interviste al giornalista di “Repubblica” Salvo Palazzolo, al magistrato Gian Carlo Caselli, al sociologo Nando Dalla Chiesa, alla giornalista de “il Fatto Quotidiano” Antonella Mascali, al presidente di “Rete 100 Passi” Danilo Sulis, al fratello di Peppino Giovanni Impastato, al presidente di “Libera” Don Ciotti, al magistrato Franca Imbergamo, allo scrittore Carlo Lucarelli, al co-autore di “Radio Aut” Salvo Vitale.

Mio fratello Peppino è patrimonio di tutti, non solo di una partedice Giovanni Impastato in un’intervista Peppino è di tutti, le sue idee sono di tutti, non solo di alcuni militanti politici che fanno riferimento alla sinistra radicale. La pace, la fame nel mondo, l’ambiente, i beni comuni…è un peccato fossilizzarlo, ingabbiarlo all’interno di un’ideologia.

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