Periodico registrato presso il Tribunale di Palermo al n.6 del 04 aprile 2012

Anno XI - Num. 52 - 24 aprile 2023

Anno II - Num. 12 - 20 luglio 2014 Politica e società

Commemorazione Don Pino Puglisi. Visita di Matteo Renzi, Presidente del Consiglio, all’I.C. Don Puglisi

Matteo Renzi ai nostri microfoni: “Lotta alla mafia significa inaugurare le scuole, ricordare martiri, ma è soprattutto cercare di vivere oggi la storia della mafia. La mafia è ancora forte, presente. Guai a considerare questa battaglia vinta”

(All'interno interviste a Presidente del Consiglio Matteo Renzi, S.E. Cardinale Paolo Romeo e a prof.ssa Angela Randazzo, dirigente scolastico I. C. Don Pino Puglisi)

di Maria Pia Iovino
         

Matteo Renzi alla Scuola Pino Puglisi PRIMOPIANO IMG_8058Palermo, 15 settembre 2014. E’ suonata la campana di rientro per gli studenti di tutte le scuole italiane, ma a Palermo, nel quartiere Brancaccio, all’Istituto Comprensivo Don Pino Puglisi, il nuovo anno scolastico è iniziato con l’inaugurazione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. La data è stata simbolica perché coincidente con quella dell’anniversario dell’uccisione, per mano mafiosa, di Don Pino Puglisi, avvenuta il 15 settembre 1993.

Diverse le autorità civili e militari presenti che hanno accolto il Presidente del Consiglio: il Sindaco del Comune di Palermo Leoluca Orlando, il Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, il Prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, il Questore di Palermo Maria Rosaria Maiorino,  S. E. il Cardinale della Diocesi di Palermo Paolo Romeo, il Senatore PD ed ex Presidente Commissione Antimafia Beppe Lumia, l’Assessore Regionale all’Istruzione e la Formazione Professionale Nelli Scilabra, il Deputato ARS  e responsabile Welfare Nazionale Davide Faraone, il Commissario Straordinario della ex Provincia Regionale di Palermo Domenico Tucci, il Deputato ARS Fabrizio Ferrandelli ed alti rappresentanti delle Forze dell’Ordine.

Per la visita del Presidente del Consiglio all’I.C. Don Puglisi, un forte dispiegamento di militari ha pattugliato il quartiere, dei tiratori scelti hanno sovrastano il tetto della scuola, a garanzia dell’incolumità pubblica, le unità cinofile ed infine, una squadra di poliziotti in tenuta antisommossa, che ha dovuto mobilitarsi per la presenza di alcune categorie di manifestanti che hanno contestato il Premier al suo ingresso a scuola.

In particolare, un gruppo di lavoratori edili disoccupati ha voluto consegnare un Protocollo d’intesa, siglato nel 2013 con i vertici delle Istituzioni del Comune di Palermo e le associazioni di categoria, ma rimasto disatteso; un gruppo di lavoratori di call center a rischio licenziamento; altro gruppo, quello dello SLAI COBAS per il sindacato di classe Palermo, che ha rivendicato il diritto allo studio per gli studenti disabili, impediti a frequentare la scuola per il mancato stanziamento di risorse necessarie ad assicurare i servizi igienico-sanitari ed assistenziali per l’anno scolastico appena iniziato. Infine il gruppo dei professori precari, abilitati con TFA, ma privati di ogni garanzia di inserimento nelle graduatorie, nonostante la riforma della scuola apportata dal Premier.Matteo Renzi alla Scuola Pino Puglisi IMG_7955

Il programma della giornata nell’I.C. Puglisi ha avuto inizio con le note dell’Inno di Mameli, l’inaugurazione del laboratorio di informatico, realizzato con i Fondi FESR, la consegna ad opera del Premier Renzi di 10 borse di studio agli studenti più meritevoli dell’Istituto ed infine, con l’omaggio consegnato al Presidente Renzi della riproduzione del documento con cui Don Pino Puglisi richiese al Comune la costruzione di una scuola a Brancaccio.

Durante il suo intervento Renzi ha definito “Brancaccio, la capitale della scuole d’Italia”, ed ha continuato parlando della sua visita a Palermo e della riforma della scuola:“E’un’emozione fortissima essere nella scuola che Don Puglisi chiese al Sindaco del Comune di Palermo del ’92, che non fece in tempo a vederla, perché fu ucciso dalla mafia. L’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi decise di inaugurare la suddetta scuola. Per la prima volta nella storia repubblicana, la riforma della scuola non è un regolamento che scrive il Presidente del Consiglio o il Ministro, è uno strumento immenso di coinvolgimento nel cuore delle città, in mezzo al cuore della gente, delle persone. Questo è l’obiettivo per cui siamo qui a Palermo”. Il Premier ha concluso così il suo intervento: “Noi vogliamo che tutte le insegnanti e gli insegnanti, e che tutte le famiglie, discutano nei prossimi due mesi delle proposte del governo perché per la prima volta nella storia repubblicana la riforma della scuola non è un regolamento che scrivono presidente del Consiglio o il ministro. E’ uno strumento di coinvolgimento”, rilanciando la validità della riforma scolastica, ribattezzata “La buona scuola”.

Trinacrianews.eu è stata all’I.C. Don Pino Puglisi e ha effettuato le seguenti interviste a Presidente del Consiglio Matteo Renzi, prof.ssa Angela Randazzo, dirigente scolastico I. C. Don Pino Puglisi e a S.E. Cardinale Paolo Romeo

Matteo Renzi alla Scuola Pino Puglisi IMG_8066Matteo Renzi

D. Cosa significa per lei lotta alla mafia, e quali gli strumenti che intende adottare per combatterla?

R. E’ inaugurare le scuole, ricordare martiri, ma è soprattutto, cercare di vivere oggi la storia della mafia. La mafia è ancora forte, presente. Guai a considerare questa battaglia vinta. E non è soltanto al Sud, la mafia è anche al Nord, nelle drammatiche interconnessioni economiche che ci sono.

D. Cosa può dirci della riforma della scuola e degli insegnanti precari?

R. Le stratificazioni di promesse non mantenute hanno prodotto una posizione unica in Europa del corpo docente e un sentimento di frustrazione dei nostri insegnanti. Noi abbiamo scelto di mettere la parola fine per tutti coloro i quali hanno assunto un diritto, e verso i quali è stata assunta un’obbligazione, vale a dire, tutti quelli che fanno parte delle graduatorie ad esaurimento, saranno assunti nel settembre 2015, ad inizio del nuovo anno scolastico. Però, noi chiediamo di cambiare le regole del gioco e diciamo anche agli insegnanti: guardate, noi siamo disposti a portarvi dentro, nella scuola in maniera definitiva e finire con la “supplentite” che è stata la malattia della scuola, ma, voi aiutateci a valorizzare il meglio. Non è una parolaccia per il ragazzo che prende il 9 e per quello che prende 6. Allo stesso modo, non possiamo dire che tutti gli insegnanti sono uguali, qualsiasi cosa facciano. Dobbiamo dire che, ci sono insegnanti che sono particolarmente bravi che e meritano tutto il nostro appoggio, tutta la nostra stima, e gli insegnanti meno bravi che vanno nella formazione permanente fanno bene.

D. Cosa rappresenta per lei il Sud Italia?

R. Il Sud non è per me un elenco di problemi. Quando sono stato a Napoli, sono stato a visitare una azienda all’avanguardia, quando 2 giorni fa sono stato a Bari, ho inaugurato un’azienda con 300 persone che lavora nel settore aerospaziale, e oggi vado in quella che è stata premiata come la migliore Start-up d’Italia, la Mosaicoon di Mondello, leader nella distribuzione di video pubblicitari. A Palermo, a Bari, a Napoli si possono fare cose straordinarie, tante realtà d’impresa e questo è il nostro obiettivo: quello di valorizzarle e incoraggiare quei ragazzi e a quelle ragazze che ci credono.

Matteo Renzi alla Scuola Pino Puglisi IMG_8092prof.ssa Angela Randazzo

D. La scelta e la presenza del Presidente Consiglio Matteo Renzi nella vostra scuola cosa ha rappresentato?

R. Ha suggellato la consapevolezza di non essere una scuola come le altre, perché siamo la scuola che raccoglie l’eredità spirituale e operosa di Don Pino Puglisi, di colui che ha dato la vita perché i bambini, i giovani di Brancaccio avessero l’opportunità, attraverso l’istruzione, di emanciparsi dai vincoli e dalle “manette metaforiche” della malavita. Quindi, avere nel giorno dell’inaugurazione dell’anno scolastico, nel giorno della commemorazione dell’uccisione di Padre Pino Puglisi, la massima carica del Governo, mentre le altre scuole d’Italia vivono questo giorno con la presenza dei ministri, è stato per noi un conforto, per convincerci che stiamo perseguendo una strada che è quella per tutti e delle pari opportunità.

D. Il messaggio che Renzi ha dato alla scuola, agli insegnanti, agli alunni?

R. Quello di non arrendersi di fronte ad eventuali momenti in cui si pensa di non riuscire a realizzare un obiettivo e un sogno. Certamente questo va fatto attrezzandosi adeguatamente. Il Presidente Renzi ha sottolineato nel suo intervento, che da qui partivano i due mesi di sondaggio e di consultazione della popolazione studentesca, nelle sue componenti, scolari, genitoriale e personale docente, per capire quali sono i punti di forza e di criticità su cui insistere per migliorare e riformare la scuola, che deve diventare poi, il volano di una riforma propositiva della società.

D. Da parte dei genitori e degli scolari come è stata percepita la preparazione all’evento?

R. E’ stata vissuta con entusiasmo ed al contempo con ordine perché, questa scuola non è nuova ad accogliere eventi e manifestazioni di una certa portata. Infatti, questa scuola è stata inaugurata dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha ospitato altre cariche istituzionali, il Presidente della Camera Violante, il Ministro della Pubblica Istruzione, Fioroni, il Presidente della Commissione Antimafia, Lumia, oltre ad avere segnato alcuni momenti della vita di Don Puglisi, come la sua Beatificazione ed il primo concorso alla rassegna musicale regionale, che ha ospitato scuole di tutta la regione con le rispettive orchestre. C’è stato un gran lavoro. Qualcuno è rimasto deluso per non aver potuto fisicamente presenziare. Gli alunni non erano tutti, per motivi di capienza e di sicurezza, si è limitata anche la presenza dei genitori degli scolari premiati, mantenendo ai rappresentanti di istituto.

Matteo Renzi alla Scuola Pino Puglisi IMG_7971S.E. Cardinale Paolo Romeo

D. La giornata di oggi, commemorativa dell’uccisione di Don Pino Puglisi, in un quartiere ad alta intensità mafiosa. Lei cosa vuole trasmettere al Presidente del Consiglio per il riscatto di questa terra?

R. E’ improprio parlare di commemorazione dell’uccisione. Oggi è l’anniversario del martirio di Don Pino Puglisi. Noi vogliamo dire che quello che Don Pino ha seminato ancora deve crescere.

D. Il fatto che si adottino delle iniziative tendenti ad aggredire il mondo della scuola, che va nella direzione opposta a quella voluta da Don Pino, cosa ci può dire?

R. Don Pino voleva che ci fosse l’educazione. Se noi pensiamo quante scuole vengono saccheggiate e distrutte a Palermo, prima ancora di preoccuparsi del fatto che il Governo investa o non investa risorse economiche. C’è un forza che non vuole l’educazione, né che funzionino le scuole che ci sono. Che senso ha che si rompono i bidoni, i bagni, che si rubano i televisori nell’ospedale dei bambini, al reparto oncologico. Questo é il gesto più violento che si possa fare verso i giovani. Certamente, c’è il problema di trovare risorse; però, in un momento di crisi, questi bisogni vanno compaginati nei vari settori: la sanità, il lavoro, di cui il Santo Padre ha detto che, ogni mancanza di lavoro è un’offesa alla dignità umana. Noi abbiamo un vecchio detto: l’ozio è il padre dei vizi. Tutte le volte che noi costringiamo una persona all’ozio, lo stiamo consegnando al mondo del vizio, e quindi, al mondo della droga, della sopraffazione, dei furti, della violenza, all’illegalità.

Ci sono molti settori che non hanno conosciuto crisi: la droga, la prostituzione, il gioco, l’alcol. Questa è l’illegalità.

D. Questa mobilitazione che si sta agitando tra le Istituzioni a cosa conduce, secondo lei?

R. Dovrebbe spingerci a vedere, come diceva Don Pino Puglisi, cosa può fare ognuno, nel suo piccolo.

foto di Pietro Montagna  
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