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Anno XI - Num. 52 - 24 aprile 2023

Anno II - Num. 07 - 10 luglio 2013 Cultura e spettacolo

Adelasia del Vasto, madre del primo re di Sicilia Ruggero II, raccontata al simposio internazionale Adelasia 900

di Tancredi Riina
         

Palermo – A 900 anni dalla sua morte, la città di Patti ha voluto ricordare la figura di Adelasia del Vasto, madre del primo re di Sicilia Ruggero II, con un simposio internazionale in due tappe: il 16 aprile a Patti e il 18 aprile a Palermo. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione Argonauti in stretta collaborazione con la Diocesi di Patti.

L’evento è stato presentato il 5 aprile in una conferenza stampa presso la Sala dei giochi francesi del Servizio Turistico Regionale di Palermo. All’incontro hanno preso parte Cristian Aiello, archeologo responsabile per Argonauti, il prof. Alessandro Musco, docente di Storia della filosofia medievale presso l’Università di Palermo e Presidente dell’Officina di studi medievali, e il prof. Giovanni Travagliato, docente di Storia dell’arte medievale presso l’Università di Palermo.

Adelasia 900

Dietro il progetto, dal titolo Adelasia 900, la volontà dell’associazione Argonauti di celebrare e far emergere dall’oblio una figura emblematica della Sicilia medievale. Originaria di un marchesato nel Monferrato, emigrò in Sicilia con una delegazione lombarda e piemontese in cerca di una alleanza politica ed economica che si tradusse nel matrimonio del 1089 con il conte Ruggero, alle sue terze nozze; da questa unione nacque Ruggero II, che divenne primo Re di Sicilia una volta conclusa la reggenza della madre. Adelasia trascorse i suoi ultimi anni a Gerusalemme, dove sposò in seconde nozze Baldovino I, diventandone così regina, e infine si ritirò a Patti, dove sono conservate le sue spoglie.

La storia di Adelasia ci racconta di una unione già antica tra Patti e Palermo, spiega Cristian Aiello: un’unione che si intende celebrare con le due sessioni di lavoro del 16 e 18 aprile, accompagnate per l’occasione dalle visite guidate all’Archivio Capitolare “Arca Magna” e alla Galleria della Basilica Centrale di Patti, prima, e al Palazzo dei Normanni e alle Tombe Reali a Palermo, successivamente.

Invito al simposioFigura di rilievo nella storia siciliana, ma anche europea – soprattutto in un contesto storico in cui la Sicilia era davvero centro dell’Europa, non solo mediterranea – il ruolo di Adelasia ultimamente è stato valorizzato alla luce delle azioni successive del figlio: come spiega il prof. Travagliato, l’idea di un regnum siciliano interculturale, che connetta Occidente e Oriente, Nord e Sud, è stata trasmessa a Ruggero II dalla madre. Adelasia capisce che l’unico modo per poter governare in Sicilia è quello di mettere insieme e fare dialogare reciprocamente le etnie e le religioni già presenti sull’isola, afferma Travagliato. Per il prof. Musco la figura di Adelasia è tanto più importante quanto più si considera che con Ruggero II nasce il primo modello di stato moderno. Molto prima degli stati moderni europei di fine Medioevo, il prof. Musco evidenzia già nell’esperienza di Ruggero II la nascita del capo di gabinetto, del protocollo e della cancelleria: con Ruggero II nasce l’idea dello Stato. Documenti e atti sono ben conservati a Patti, e sorprende pure scoprire come il più antico documento cartaceo sia una lettera personale scritta da Adelasia.

Con il progetto Adelasia 900 l’associazione Argonauti ha voluto presentare una nuova concezione di beni culturali, che va sotto il nome di archeo-identity design: sapere archeologico e design dell’identità. L’idea è quella di far rivivere la memoria storica attraverso creazioni di design, per una nuova fruizione dei beni culturali che ricongiunga contemporaneità ed eredità del passato. Nello specifico, l’evento ha previsto la creazione di tre oggetti da presentare al pubblico, in collaborazione con imprese del Nord e del Sud Italia.

La presentazione del progetto è stata inoltre occasione di una riflessione sulla realtà culturale siciliana. Il prof. Musco ha esaltato l’iniziativa come grande sforzo di collegare fatti produttivi a fatti turistico-culturali, ma ha anche evidenziato la difficoltà a fare rete sul territorio: da sempre, afferma Musco, mettere assieme cose e persone è la cosa più terribile della Sicilia. Il deserto culturale è sotto gli occhi di tutti: la Sicilia sta morendo di “miciaciu”, di inedia, sta perdendo linfa vitale. Di fronte a una progressiva perdita di capacità reattiva, prosegue Musco, la soluzione può essere riappropriarci di pezzi della nostra storia.

Durante l’incontro abbiamo rivolto qualche domanda al Prof. Giovanni Travagliato:

  1. Innanzitutto ci può offrire un breve ritratto sintetico della figura di Adelasia?
    Adelasia è una di quelle donne importanti della storia medievale europea e siciliana. Potremmo dire, come hanno sottolineato negli ultimi anni storici, antropologi e storici dell’arte che l’idea del regnum siciliano, connesso col regno di Gerusalemme, quindi con l’Oriente, con i cristiani e così via, venga a Ruggero II, primo re siciliano, proprio dalla madre. La madre, che nasce in una famiglia di marchesi del Monferrato, che per vicende familiari viene estromessa dalla gestione del marchesato e che poi emigra in Sicilia insieme a un gruppo di lombardi e torinesi del Monferrato. Il conte Ruggero, che aveva formato questo stato, questa contea di Sicilia ancora dipendente dal Ducato di Puglia, cercava alleanze politiche e anche un sostegno economico. Quindi Adelasia arriva con un sostegno economico e anche politico, diplomatico, con gli stati del nord Italia e Ruggero ne approfitterà. Per ironia della storia a Ruggiero, che aveva già tanti figli e mogli, solo la terza moglie gli produrrà quella discendenza che permetterà di fondare e rafforzare il regno di Sicilia. Quindi importantissima questa figura di donna, sovrana, moglie e madre, che veramente sta alla base del regno di Sicilia e alla base del rapporto mediterraneo interculturale e interreligioso che caratterizza la Sicilia medievale.
  2. In che senso Adelasia si presenta come una figura emblematica della Sicilia medievale dei Normanni?
    Adelasia capisce che l’unico modo per poter governare in Sicilia è quello di mettere insieme e fare dialogare reciprocamente le etnie e le religioni già presenti sull’isola, è quello che in fondo la Sicilia aveva già fatto: la Sicilia è terra di conquiste, da parte di poteri stranieri, ma anche di dialogo, tra culture e religioni diverse, dal mondo greco e il mondo punico cartaginese, se ci spostiamo avanti, per millenni di storia siciliana vediamo proprio questo, la Sicilia progredisce quando si dialoga, regredisce quando c’è una cultura che s’impone sulle altre e non dialoga. Quindi questa è secondo me, ma anche da quanto viene fuori dagli studi, la figura importante di Adelasia. Adelasia è una donna veramente di potere, di grande determinazione, e anche immodesta, se vogliamo, per quei tempi, capisce che il titolo di re a suo figlio potrà essere dato solo se lei si sposa con un re, e quindi questo matrimonio con Baldovino di Gerusalemme, sfortunato, ma che sarà il presupposto per una corona a suo figlio.
  3. Per quanto riguarda il progetto, com’è avvenuto il suo coinvolgimento e cosa si aspetta?
    Gli amici dell’Associazione Argonauti ci ha contattato e con piacere ho dato l’adesione. Io mi occupo di storia dell’arte medievale, ma il convegno ha un ventaglio nutrito di interessi e argomenti, quindi certamente sia il convegno sia gli atti del convegno forniranno tanti dati per chi in futuro vorrà interessarsi a questo argomento.
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